IndieWire elegge il miglior western di tutti i tempi ed è una vera sorpresa

La rivista IndieWire rilegge coraggiosamente il genere western stilando una classifica che irriterà i puristi e gli amanti della tradizione.

Joan Crawford e Sterling Hayden in una scena di Johnny Guitar

Sentieri selvaggi? Balla coi lupi? Gli spietati? Il buono, il brutto e il cattivo? Ebbene no. In vetta alla classifica dei 100 migliori western di tutti i tempi stilata da IndieWire c'è un titolo inaspettato: si tratta di Johnny Guitar di Nicholas Ray.

Scelta coraggiosa, motivata dagli autori dell'articolo classifica con le seguenti parole: "Dall'istante in cui John Wayne è apparso davanti alla telecamera in Ombre rosse, i film western sono stati indissolubilmente legati a un ceppo di classica mascolinità bianca, per lo più glorificandola, a volte criticandola, ma sempre ponendola al centro della storia. Forse è per questo che il western più sorprendente, unico e indimenticabile del cinema è quello che si disfa di tutto quel bagaglio e offre al pubblico qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che non è mai stato fatto prima - o, in realtà, da allora".

Donne alla conquista del West

Una sequenza di C'era una volta il West di Sergio Leone ©Angelo Novi /Cineteca di Bologna
Una scena di C'era una volta il West

Atipico western al femminile, Johnny Guitar pone al centro della storia Joan Crawford nei panni di Vienna, arguta proprietaria di un saloon decisa a costruire una stazione ferroviaria nella cittadina in cui vive. Il piano viene ostacolato dagli abitanti del villaggio, così la donna chiede aiuto all'ex amante Johnny Guitar (Sterling Hayden) per farsi proteggere dalle ire dei residenti. La coppia si trova presto coinvolta in una disputa feroce contro Emma Small (Mercedes McCambridge), una malvivente a capo di una banda di criminali, e il compagno di lei, il famigerato Ballerino Kid.

Sentieri Selvaggi: l'apice del western in un capolavoro senza tempo

"Johnny Guitar si apre come fanno molti western classici, con un cowboy che cavalca impettito in una remota città deserta mentre suona la sua allegra sigla. È quando il nostro cowboy (Sterling Hayden) arriva a destinazione - un remoto saloon dell'Arizona spazzato dal vento - che le qualità che rendono il cupo dramma in technicolor di Nicholas Ray così peculiare si rivelano" prosegue l'articolo. "Più precisamente, è quando Joan Crawford appare davanti alla telecamera. Nei panni di Vienna, l'esperta proprietaria del locale, offre una performance diversa da qualsiasi altra: sogghignante e composta, con una rabbia e una sensualità latenti che puoi vedere nei suoi occhi e sentire nel modo in cui sputa le sue battute come se fossero pugnali. Nel momento in cui arriva questa donna singolare, vestita con pantaloni piuttosto mascolini e una camicia elegante, è chiaro che il personaggio del titolo conta solo in relazione a lei. Hayden offre una performance sincera, ma in Johnny Guitar il cowboy non è la star".

Per onor di cronaca, la classifica di IndieWire pone al secondo posto C'era una volta il West di Sergio Leone, seguito da Sfida infernale di John Ford, Per un pugno di dollari, ancora di Sergio Leone, e I compari di Robert Altman. Altra scelta piuttosto coraggiosa considerando che un classico come Sentieri Selvaggi è solo sedicesimo.