Chiusa la stagione festiva, è tempo di guardare alla seconda parte di quella cinematografica, ma è anche tempo di fare qualche conto in tasca ai distributori dei kolossal di Natale. Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio è lanciato verso lo stesso, ragguardevole esito al box office di Harry Potter e il calice di fuoco, mentre King Kong si avvicina - ma difficilmente raggiungerà - i numeri complessivi di La guerra dei mondi di Steven Spielberg; i blockbuster a target infantile, quindi, danno comodamente la polvere a quelli più adulti nonché diretti da registi di prestigio.
Ma i blockbuster non sono di moda ad Hollywwod di questi tempi: le classifiche con le preferenze per il 2005 dei più influenti critici americani confermano la tendenza indie affermata dalle Guild. A proposito di premi, qualcuno comincia ad azzardare la previsione che a contendere l'Oscar a I segreti di Brokeback Mountain non sarà Munich di Spielberg ma Crash - contatto fisico di Paul Haggis, che gode del supporto del guru della critica USA, Roger Ebert. Lo scorso anno, di questi tempi, era The Aviator a portare a casa il Golden Globe per il miglior film drammatico, e soltanto a febbraio, con la consegna del DGA a Clint Eastwood, diveniva chiaro che l'Oscar sarebbe andato invece a Million Dollar Baby. Riuscirà il piccolo film della Lion's Gate - tra l'altro uscito nella prima parte dell'anno - a rubare la scena ai cowboy di Ang Lee, chiacchieratissimi grazie ai buoni risultati al box office ma anche grazie all'assurda censura dei gestori di cinema dello Utah?