Di psicopatici è pieno il cinema - e l'esistenza tout court. Per questo motivo, lo psichiatra forense Eric Bender ha deciso di analizzare i profili criminali dei protagonisti di titoli quali Il silenzio degli innocenti, Velluto blu e American Psycho. Siete pronti per questa discesa negli inferi delle menti labili?
Nel corso di un approfondimento video realizzato per GQ, lo psichiatra forense Eric Bender ha deciso di analizzare i profili criminali di alcuni dei villain più famosi nella storia del cinema. Lo studioso ha dato inizio a questa discesa negli inferi delle menti labili partendo dalla figura di Patrick Bateman di American Psycho. A proposito di questo personaggio, lo psichiatra ha spiegato: "Il protagonista del film è un narcisista ed è consapevole del funzionamento della sua psiche in modo diverso rispetto alla norma. Risulta essere molto interessante l'uso che fa della maschera perché quest'oggetto viene utilizzato per rivelare un'identità pubblica e per nascondere quella privata".
Ne Il silenzio degli innocenti, invece, Hannibal Lecter accetta di collaborare con Clarice Starling per gratificazione personale. A proposito del rapporto che si instaura tra il dottor Lecter e il personaggio interpretato da Jodie Foster, lo psichiatra racconta: "Clarice gioca tantissimo con il narcisismo di Hannibal. Ad esempio, non lo chiama mai per nome ma usa sempre l'appellativo 'dottore'. Si tratta di una pratica assai importante perché i narcisisti chiedono sempre rispetto e venerazione. Gli psicopatici, inoltre, non provano assolutamente nulla. O, meglio, provano qualcosa in modo direttamente proporzionale a quanto quell'obiettivo possa essere loro utile".
Lo psichiatra ha proseguito: "Spesso il pubblico è affascinato dagli psicopatici. Ed è un po' quello che accade a Clarice Starling con Hannibal Lecter. Credo che una sequenza fondamentale sia quella in cui sul plexiglas che separa i due personaggi, lo spettatore osserva il volto di Clarice e il riflesso di Hannibal. Non conosciamo mai la reale identità di uno psicopatico ma soltanto il suo riflesso e ciò che sceglie di mostrare".
Passando a Velluto Blu, invece, assistiamo alla figura di un villain che utilizza delle sostanze stupefacenti. Relativamente al film diretto da David Lynch nel 1986, Eric Bender ha dichiarato: "In questo caso, i comportamenti possono vacillare e alternare uno stato di felicità estrema e di pessimismo cosmico. Tutti questi stati d'animo possono essere tirati fuori insieme nel medesimo momento in uno stato delle cose assai labile. Un personaggio del genere può piangere e sospirare per sua madre e, allo stesso tempo, umiliare sessualmente le sue vittime".
Infine, Annie Wilkes è il prototipo del troll da tastiera. Secondo Eric Bender: "Lei somiglia molto ai superfan agguerriti di oggi che agiscono attraverso i loro profili social. Annie, invece, ha l'autore a disposizione. Il suo comportamento mi fa pensare a un individuo con scadenti capacità di creare legami sociali e con la tendenza a trasformare una determinata persona in una sorta di oggetto di fissazione emotiva. Un comportamento del genere dà vita a una pericolosa escalation".