Questa sera su Rai 3 alle 21:20, verrà trasmesso Il Signore delle Formiche, un film ispirato a una storia vera ambientata nell'Italia degli anni sessanta. Nel contesto del Belpaese che si preparava al boom economico, si verificò l'unica condanna per plagio nella storia dei tribunali italiani. Tale processo fu utilizzato come pretesto per condannare la relazione omosessuale tra l'imputato Aldo Braibanti e Giovanni Sanfratelli.
Il Signore delle Formiche
Il film è del 2022 e è stato diretto da Gianni Amelio. È stato presentato in anteprima in concorso alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 6 settembre 2022. Ha ricevuto sei nomination ai David di Donatello 2023, tra cui quella per il miglior film. Vi abbiamo parlato del lungometraggio nella nostra recensione de Il Signore delle Formiche.
Trama
Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l'accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché "guarisse" da quell'influsso "diabolico". Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i "diversi" di ogni genere, i fuorilegge della norma.
Storia Vera
Nel tumultuoso clima politico degli anni '60, un caso giudiziario ha catturato l'attenzione dell'intera nazione italiana, mettendo in luce tensioni sociali e lotte per i diritti civili. La vicenda di Aldo Braibanti, intellettuale e ex partigiano, accusato di plagio dal padre di Giovanni Sanfratello, ha scatenato un dibattito sulla libertà individuale e sulle influenze sociali e culturali.
Il 12 ottobre del 1964, la Procura di Roma riceve una denuncia contro Braibanti, accusato di plagio per aver influenzato il figlio di Sanfratello imponendogli il proprio stile di vita. Il plagio come reato era nato durante il ventennio fascista, creato per reprimere gli oppositori politici ma usato anche per mandare in prigione quelli che il regime definiva 'i deviati sessuali'.
Il processo ad Aldo Braibanti dura quattro lunghi anni, durante i quali al fianco dell'imputato si schierano intellettuali di spicco tra cui Elsa Morante, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini che scrive: "Se c'è un uomo mite nel senso più puro del termine, questo è Braibanti: egli non si è appoggiato infatti mai a niente e a nessuno; non ha chiesto o preteso mai nulla. Qual è dunque il delitto che egli ha commesso per essere condannato attraverso l'accusa, pretestuale, di plagio?".
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Alla fine del processo, Aldo Braibanti viene condannato a nove anni di carcere, ridotti a quattro in appello. Altri due gli vennero condonati per la sua lotta al fascismo.
Nella sentenza del giudice si legge: "Braibanti, un uomo adulto, volitivo, esperto, sottile, dialettico, controllato, tenace, omosessualmente intellettuale ha un vizio che deve soddisfare e che invade tutto il suo Essere psichico, che lo muove e lo domina" e ancora "Però è praticamente un fallito: scrive libri che nessuno legge; quasi cinquantenne, vive ancora una vita fatta di miseria, di panini imbottiti, di panni lavati da sé, di carità della madre, del fratello, degli amici".
Giovanni Sanfratello dopo essere stato prelevato con la forza dalla pensione in cui viveva con Aldo Braibanti, nonostante fosse maggiorenne, fu rinchiuso dai genitori in una clinica privata per malattie nervose e poi al manicomio di Verona. Qui fu sottoposto a numerosi elettroshock e vari shock insulinici per correggerne l'orientamento omosessuale, considerato una, malattia mentale.
Cast
- Luigi Lo Cascio: Aldo Braibanti
- Elio Germano: Ennio Scribani
- Leonardo Maltese: Ettore Tagliaferri
- Davide Vecchi: Riccardo Tagliaferri
- Sara Serraiocco: Graziella
- Anna Caterina Antonacci: madre di Ettore
- Giovanni Visentin: direttore del giornale
- Valerio Binasco: pubblico ministero
- Alberto Cracco: presidente del collegio giudicante
- Rita Bosello: Susanna, madre di Aldo Braibanti
- Gina Rovere: padrona della pensione
- Roberto Infurna: Manric