Prima di accettare di girare Il padrino - Parte II, Francis Ford Coppola voleva affidare la regia all'amico Martin Scorsese, a causa dei cattivi rapporti con la Paramount durante la lavorazione del primo episodio (Coppola rischiò ripetutamente di essere licenziato perché lo studio non apprezzava nessuna delle sue scelte, in primis il casting di Marlon Brando e Al Pacino).
Quando Il padrino divenne, quindi, un successo colossale, la major propose al regista di tornare per un secondo film, il cui titolo provvisorio doveva essere Michael Corleone Returns (o qualcosa di simile, stando ai ricordi di Francis Ford Coppola in un'intervista del 2019). Il cineasta accettò, a patto che lui fosse coinvolto solo come sceneggiatore e produttore, lasciando la regia a qualcun altro. Per l'esattezza, lui propose Martin Scorsese, ma l'idea fu respinta senza esitazioni poiché il suo curriculum all'epoca non era molto esaltante (non aveva ancora girato Mean Streets).
A questo punto Coppola minacciò di mollare del tutto il progetto, salvo poi ripensarci e imporre tre condizioni per tornare come regista: voleva essere pagato un milione di dollari, non voleva avere a che fare con il produttore Robert Evans, e voleva chiamare il film Il padrino - Parte seconda. L'unica richiesta su cui ci furono trattative fu la terza, perché all'epoca era considerato commercialmente poco saggio includere un numero nel titolo (stando alla Paramount, il pubblico avrebbe pensato che fosse la seconda metà del primo film e non una storia a sé).
Ironia della sorte, sedici anni dopo fu Coppola a dover accettare di chiamare l'episodio finale Il padrino - Parte terza (solo lo scorso anno ha potuto fa uscire un montaggio alternativo con il titolo originale). Questo perché, a causa di problemi finanziari, dovette accettare l'incarico per salvare la propria casa di produzione dalla bancarotta, e non poté quindi imporre nulla alla Paramount come invece aveva fatto in passato.