Andiamo avanti con la pubblicazione delle top 20 personali dei redattori di Movieplayer.it, prima di rivelare, tra qualche giorno la classifica definitiva dello staff ricavata sulla base delle preferenze individuali. Oggi tocca ad Antonio Cuomo raccontare i venti film che hanno rappresentato per lui il meglio del 2014 cinematografico.
Leggi anche [I migliori film del 2014 - la top 20 della redazione di Movieplayer.it](https://movieplayer.it/articoli/i-migliori-film-del-2014-la-top-20-della-redazione-di-movieplayerit_1403
- Boyhood
- Mommy
- Guardiani della Galassia
- The Lego Movie
- Father and Son
- La Storia della Principessa Splendente
- Si alza il vento
- A proposito di Davis
- Sils Maria
- Interstellar
- Lei
- Alabama Monroe - Una storia d'amore
- Locke
- Nebraska
- Big Hero 6
- Grand Budapest Hotel
- Il Sale della Terra
- L'amore bugiardo - Gone Girl
- The Wolf of Wall Street
- Lo Sciacallo - Nightcrawler
"Berlino, 13 Febbraio 2014. Sapevo di Boyhood, ne ero incuriosito perché si trattava di un film di Linklater, per la particolarità dell'operazione... ma non sapevo che aspettarmi. Mi viene da pensare che dodici anni prima di porre la parola fine a questo incredibile viaggio, nemmeno lo stesso Linklater ne avesse una chiarissima idea. Per questo mi interessava ed immaginavo che mi sarebbe piaciuto. Quello che la mattina del 13 Febbraio 2014 ancora non sapevo era QUANTO mi sarebbe piaciuto. Perché Boyhood è un film che cambia il modo di vedere il cinema ed è per questo, oltre che per l'immensa emozione trasmessa, che è in vetta alla mia classifica del meglio dell'anno.
Al secondo posto un altro colpo di fulmine, datato tre mesi più tardi, in quel di Cannes: conoscevo ed apprezzavo Xavier Dolan, ma Mommy, che pur forse è una spanna sotto Laurence Anyways, è un film che ti travolge e conquista, lasciando un segno indelebile per quella scena (sì, basterebbe solo quella) in cui letteralmente si apre facendo esplodere l'emozione nel cuore degli spettatori. Mommy è forse una perfetta sintesi di quella che è stata l'opera di Dolan fin qui ed è un chiarissimo segnale di avere al cospetto un autore che lascerà il segno. Per quanto mi riguarda, la componente di spettacolo ed intrattenimento del cinema è fondamentale, e sul terzo gradino del mio podio finisce un film che queste caratteristiche le esalta: Guardiani della galassia. Azione, ironia, buona musica sfruttata a dovere, per quello che potrebbe essere lo Star Wars di questa generazione. Un film che conferma l'incredibile lavoro fatto dalla Marvel nel tradurre su grande schermo il suo complesso universo narrativo cartaceo, anche quando si tratta di dedicarsi a personaggi minori, meno noti, più a rischio. Forse ancora di più.
Da qui in poi si fa dura, i film che seguono sono idealmente tutti affollati in un virtuale quarto posto cumulativo e solo con grande sforzo sono riuscito ad ordinarli in qualche modo. Do la precedenza a The Lego Movie, perché il film di Phil Lord e Chris Miller esalta aspetti a cui tengo molto, relativi alla creatività pura e ludica, a quella capacità di creare universi senza confini che solo un bambino riesce ad avere quando gioca. Segue poi un trittico nipponico, tre film diversi tra loro casualmente finiti uno dopo l'altro nella mia Top 20: l'attenzione, semplicità e tenerezza di Koreeda nell'affrontare un tema delicato in Father and Son (ma molto più efficace il titolo originale Soshite chichi ni naru, che si può tradurre "E poi divento padre", nel descrivere l'evoluzione del protagonista); l'approccio garbato, poetico e pittorico di Takahata nel raccontare la storia de La principessa splendente per un'animazione tradizionale tutt'altro che finita; e l'ultimo Miyazaki, Si alza il vento, molto diverso dai precedenti lavori del maestro, ma ugualmente interessante nel descrivere un profilo di sognatore controverso che a Venezia 2013 ha diviso e fatto discutere. Seguono poi i Coen con l'irresistibile A proposito di Davis, l'Assayas di Sils Maria ed il Nolan imperfetto ma emozionante di Interstellar, per finire nella seconda metà della classifica a ripensare all'intensa interpretazione di Scarlett Johansson in Lei, che lo sfortunato pubblico italiano non ha potuto apprezzare, guardando un altro film interpretato dalla Ramazzotti.
Siamo alla posizione 12 e quasi mi sento in colpa a trovare solo qui Alabama Monroe ed addirittura un posto più giù Locke, la cui sceneggiatura e gestione dei tempi avevo adorato. Ma è la dura legge della classifica e stringo i denti passando oltre e trovando quel piccolo, grande gioiello che è Nebraska ed il suo intenso protagonista Bruce Dern. Ma è stato un anno difficile, nel senso che i film che ho amato abbondano, al punto che la prima stesura di questa lista contava oltre trenta titoli, così alcune scelte sono state fatte d'impulso dopo aver capito che il ragionamento non avrebbe portato a niente. Per questo è solo quindicesimo Baymax, nonostante Big Hero 6 sia un film che mi ha divertito molto ed ancora mi lascia col sorriso al solo pensiero. Così come il nuovo Wes Anderson Grand Budapest Hotel, apoteosi del gusto del racconto, mentre è con grande ammirazione e fascino che il pensiero si rivolge all'intenso documentario di Wenders Il sale della terra, che sa raccontare il nostro mondo attraverso gli occhi di un grande fotografo. C'è ancora qualche posizione, ancora qualche spazietto per rendere giustizia ad un'annata fin troppo ricca: Gone Girl è solo qui, forse non ha ancora avuto il tempo di sedimentare e scalare posizioni, ma ne ha avuto abbastanza per sorpassare Scorsese e DiCaprio di Wolf of Wall Street. Leo non me ne vorrà, alla fine ci è abituato.
Arrivo in ultima posizione, a Lo sciacallo e la grande prova di Jake Gyllenhall, e mi rendo conto che i posti sono finiti, ma i film che mi hanno colpito no. Resta fuori l'umorismo del terzo lavoro della Laika, BoxTrolls - Le scatole magiche, non c'è spazio per il secondo Capitan America, che pur considero un ottimo film, né per Mud che ha anticipato l'esplosione di McConaghuey o per un paio di Italiani interessanti. Resta fuori tanta altra roba che, secondo me, ha lasciato il segno nel cinema del 2014... ma forse un po' meno nel mio cuore. " (Antonio Cuomo)