I cacciatori del cielo è basato su una storia vera: il docu-film, trasmesso stasera su Rai 1, racconta la vita di Francesco Baracca. Il personaggio, interpretato da Giuseppe Fiorello, è stato l'asso dell'aviazione italiana durante la prima guerra mondiale, il primo a vincere un duello aereo abbattendo un ricognitore Hansa-Brandenburg C.I austro-ungarico.
Nato a Lugo, in provincia di Ravenna, il 9 maggio 1888, Francesco Baracca studiò al collegio militare di Modena, dove fu ammesso nel 1907 e da cui due anni dopo ne uscì come sottotenente dell'Arma di cavalleria del Regio Esercito. Dopo aver prestato servizio nell'esercito come ufficiale di cavalleria, fu trasferito alla neonata arma aerea nel 1915.
Baracca iniziò la sua carriera come pilota di osservazione, ma presto dimostrò una straordinaria abilità nella caccia ai velivoli nemici. Nell'aprile del 1916, ottenne la sua prima vittoria aerea, abbattendo, sopra il cielo di Gorizia, un ricognitore Hansa-Brandenburg C.I austro-ungarico che, ricevuti quarantacinque colpi, fu costretto ad atterrare e l'equipaggio venne fatto prigioniero. Da allora in poi, continuò a collezionare successi, diventando uno dei piloti più temuti e rispettati della sua epoca. Francesco Baracca è stato l'asso dell'aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale, accreditato con 34 vittorie confermate.
L'aereo di Baracca aveva dipinto sul lato della fusoliera un cavallo rampante, ispirato allo stemma della famiglia dell'aviatore. Questo stemma è diventato un simbolo dell'aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale e ha continuato ad essere utilizzato dall'aeronautica militare italiana fino ad oggi.
Nel maggio del 1918, Baracca fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare per il suo coraggio e la sua abilità in combattimento. Tuttavia, la sua carriera venne tragicamente interrotta il 19 giugno 1918, quando fu abbattuto e ucciso durante una missione di ricognizione sopra il fiume Piave. Baracca fu colpito da un biplano austro-ungarico non visto, o visto troppo tardi, quando già l'asso era stato colpito dalla prima delle due raffiche sparate dall'osservatore. La sua morte suscitò un grande lutto in Italia e in tutto il mondo dell'aviazione, e ha segnato la fine di una delle carriere più straordinarie della storia dell'aviazione.
Dopo la sua morte, il nome di Francesco Baracca è stato commemorato in molte forme. Una serie di aerei da combattimento italiani successivi alla Prima Guerra Mondiale portavano il suo nome, così come la squadriglia che aveva comandato. Nel 1923, la madre di Baracca ha donato il cavallo rampante dell'emblema della sua famiglia alla neonata Ferrari, che ha deciso di usarlo come logo per i suoi famosi bolidi da corsa. Ancora oggi, il cavallino rampante è uno dei marchi più riconoscibili dell'industria automobilistica italiana.
I cacciatori del cielo va in onda stasera 29 marzo in prima serata su Rai 1. La conferenza di presentazione del progetto, a cui hanno partecipato non solo regista e attori, ma anche il Capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare italiana, il Generale Luca Goretti, è consultabile a questo link.