Uno scatenato Edoardo Gabbriellini ha presentato al pubblico livornese la sua ultima fatica da regista, Holiday, fresco di anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Uscito come evento per tre giorni, Holiday non era ancora arrivato al pubblico livornese, città natale di Gabbriellini. Ci ha pensato il FIPILI Horror Festival a rimediare, proiettando il film che affronta temi molto delicati.
Come rivela la nostra recensione di Holiday, il film segue il ritorno a casa di Veronica dopo due anni di carcere. L'adolescente è accusata, infatti, di aver ucciso a forbiciate la madre e l'amante di lei. La sua colpevolezza o innocenza è il tema attorno a cui ruota una pellicola ambigua che riflette sulle dinamiche familiari e sulle problematiche dell'ingresso nell'età adulta.
"Il film non è ispirato a una storia vera, ma la riflessione che mi ha spinto a scrivere questa storia è nata da una foto di Erika Di Nardo in cui gioca a pallavolo" spiega Edoardo Gabbriellini. "Volevo parlare dei problemi di una famiglia anche se la critica non è rivolta ai giovani, ma alla nostra generazione. Siamo noi ad avere fatto i danni di cui oggi pagano le conseguenze i ragazzi".
I film somigliano ai loro registi
Holiday è prodotto da Luca Guadagnino, uno dei mentori di Gabbriellini insieme a Paolo Virzì, che lo ha scoperto appena ventenne durante lo street casting per il suo Ovosodo. "Sono convinto che i film somiglino ai loro autori. I film di Virzì sono proprio come lui, un po' ruvidi, schietti, ironici. Purtroppo dopo tre film insieme (gli altri due sono Baci e abbracci e Tutta la vita davanti) ci siamo persi di vista. Con Luca Guadagnino ormai ho un'amicizia ventennale. Ha prodotto il mio Padroni di casa, mi ha diretto in Io sono l'amore, mi consiglia, ci confrontiamo spesso sulle nostre idee di cinema. Da lui ho imparato il coraggio, lui non teme di mostrare niente sullo schermo e non accetta compromessi, fa sempre i film che sente di voler fare"_.
Ma se non avesse incontrato Virzì, come sarebbe oggi la vita di Edoardo Gabbriellini? "Ma che ne so, avevo vent'anni, non avevo idea di cosa volevo fare" esclama lui ridendo. "Studiavo a Firenze e non pensavo a niente. Se non avessi incontrato Virzì... potevo finire male!"