26 le opere finaliste (17 cortometraggi e 9 documentari) per la dodicesima edizione del Genova Film Festival selezionate fra le circa 500 provenienti da tutta Italia che hanno partecipato alle selezioni del Concorso Nazionale per Cortometraggi e Documentari dedicato ai talenti emergenti del nostro cinema, diventato nel corso degli anni un importante osservatorio sulle nuove tendenze e momento di incontro e confronto tra registi e pubblico.
I vincitori della dodicesima edizione del Genova Film festival sono:
Premio migliore opera di fiction: Fuori uso di Francesco Prisco con Gian Marco Tognazzi
Premio migliore documentario: Padre Nostro di Carlo Lo Giudice
Il Premio per la miglior colonna sonora è stato assegnato a Sergio Cammariere, autore delle musiche di Fuori uso.
Due menzioni speciali: a Clandestinas di Silvia Chiogna e agli interpreti di Cicatrici di Eros Achiardi
Il Premio della Critica, è stato assegnato al film La pistola di Enrico Ranzanici.
Il Premio Daunbailò, assegnato dall'Associazione organizzatrice del Festival, è stato invece assegnato al documentario Shooting Muhammad di Francesco Cannito e Luca Cusani
Nella sezione Obiettivo Liguria, dedicata agli autori regionali, vince White Story di Adel Oberto.
Il vincitore del Premio del Pubblico - Provincia di Genova assegnato dagli spettatori del Festival è il film Iolandia di Carla Grippa, Stefano Lanini, Silvia Mucci, Simona Piras.
L'autore del film più votato è stato premiato dall'Assessore all'Istruzione e alle Politiche Giovanili della Provincia di Genova Manuela Cappello.
La Giuria per i cortometraggi di fiction, composta dal cantautore Francesco Baccini, dalla regista e sceneggiatrice Chiara Cremaschi e dall'attrice Lisa Galantini ha premiato il film Fuori uso del regista napoletano Francesco Prisco con protagonista Gianmarco Tognazzi, con questa motivazione: "Per la capacità di costruire un perfetto equilibrio fra i diversi codici cinematografici coinvolgendo lo spettatore in una storia che si avvale di false piste e di linee tematiche alternative. Per la credibilità e sensibilità recitativa degli interpreti e per la capacità registica di costruire una tensione crescente per arrivare a un finale inaspettato ma giustificato dagli indizi disseminati da una sapiente sceneggiatura.". Il Premio per la miglior colonna sonora è stato assegnato a Sergio Cammariere, autore delle musiche di Fuori uso "per essersi messo completamente a disposizione della storia e delle immagini, riuscendo a sottolineare i momenti importanti del film rifuggendo i personalismi che da un autore riconosciuto il pubblico potrebbe aspettarsi".
La Giuria per i documentari, composta dal regista Daniele Gaglianone, dal produttore Gianfilippo Pedote e dalla produttrice e montatrice Giusi Santoro ha assegnato all'unanimità il Premio per il Miglior Documentario a Padre Nostro del regista catanese Carlo Lo Giudice: "Per la sua capacità di raccontare un rapporto affettivo nella sua intimità profonda, facendoci sentire la forza di un abbraccio, la dolcezza di una parola, l'emozione dell'imminenza della perdita".
Il Premio della Critica, assegnato da una Giuria di membri della delegazione ligure del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani composta da Aldo Viganò, Claudio Bertieri, Massimo Marchelli, Francesca Felletti, Furio Fossati ha deciso all'unanimità di premiare il film La pistola di Enrico Ranzanici "Per la precisione narrativa - ben sorretta dall'ottima direzione degli attori e dal sapiente montaggio di inquadrature in prevalenza composte da primi piani - con cui la regia sa raccontare le prime ombre che l'avanzare dell'età getta sul futuro di un sereno rapporto di coppia". La Giuria della critica ha deciso di accompagnare l'attribuzione del Premio con una segnalazione a Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate di Pippo Mezzapesa "Per il modo personale, spigliato e non privo di ironia, con cui viene affrontato il tema della morte muovendo da un piccolo fatto di cronaca"
Il Premio Daunbailò, assegnato dall'Associazione organizzatrice del Festival, è stato invece assegnato al documentario Shooting Muhammad di Francesco Cannito e Luca Cusani "per aver saputo trattare da un punto di vista originale un tema di scottante attualità e sempre sotto la luce dei riflettori, usando il mezzo cinematografico con grande forza narrativa e servendosi della storia del protagonista per analizzare il drammatico contesto palestinese".