Paura? Terrore? Da cosa sono alimentati oggi i nostri incubi? Forse l'unico grande orrore che nutriamo è quello che ci incute "l'altro", tutto ciò che è diverso e apparentemente lontano da noi, dalle nostre quotidiane certezze. L'Horror, nella sua decodifica cinematografica, ha da sempre raccontato il coacervo di timori e insicurezze delle diverse società contemporanee trasformandosi in cartina di tornasole di angosce collettive, di paure del domani. Ma se da un lato il cinema horror a livello internazionale (in Occidente) è apparso di questi tempi annaspare su schemi consunti e su idee sterili e ripetitive, l'Horror in Estremo Oriente è stato capace di trasmettere non soltanto una straordinaria iniezione di vigore e vitalità al genere, ma di vincere una sfida importante: riuscire a spaventare, turbare in nostri sogni; visualizzare i mostri e i sentimenti più oscuri e reconditi dei nostri immaginari (basterebbe pensare ai mostri che escono da oggetti inanimati come le cassette VHS, i telefoni cellulari, Internet, oggetti qualsiasi del nostro vivere quotidiano).
Nella sua IX edizione il Far East Film Festival (a Udine dal 20 al 28 aprile) darà voce a questi incubi nell'ormai leggendario Horror Day: il simbolo più noto, forse l'icona stessa, della vocazione popolare del Festival.
Primissimo domicilio occidentale di Ringu (l'intera trilogia, ricordiamo, fu presentata da Far East nel 2000) o, ancora, di The Grudge, l'Horror Day non ha mai smesso di cercare nuovi brividi.
Ed ecco, appunto, che giovedì 26 aprile la maratona panasiatica della paura allargherà il proprio campo d'azione a due territori finora inesplorati, quelli della Thailandia e della Malesia, affiancandoli a quelli già frequentati (Corea del Sud, Filippine, Giappone) e tracciando così, per tutti gli appassionati, l'ennesima e completa mappa geografica / stilistica del new horror...
L'islamica Malaysia sarà rappresentata da Chermin diretto NIENTE DI MENO CHE DA UNA REGISTA DONNA, Zarina Abdullah, che mette a segno un horror di possessione spettral-demoniaca in ambiente musulmano! Il film si conclude poi con un esorcismo cinematograficamente attinto candidamente da L'esorcista di Friedkin che viene svolto però invocando la protezione di Allàh con formule coraniche.
Parallelamente all'horror musulmano, il cinema thai mostrerà a Udine una capacità di messa in scena da far ricordare le grandi stagioni classiche dell'horror americano: dall'affascinante storia di una testimone innocente in una casa infestata (The Unseeable di Wisit Sasanatieng già autore di Le lacrime della tigre nera e Citizen Dog) all'inquietante descrizione dei dormitori per ragazzi abbandonati (Dorm di Songyos Sukmakanan) fino a una delirante versione postmoderna del mito di Faust (13 - Beloved) di Ma-Deaw Chukiatsakwirakul (già acquistato dalla Weinstein Co. per il remake americano).
I brividi nasceranno anche grazie alla fantasia scatenata da Chito Roño (già a Udine in passato con il sorprendente Feng Shui), il noto autore filippino che nel suo recentissimo Sukob parla dei terribili risultati dell'infrazione di tabù matrimoniali riproponendo quella capacità di descrivere la vita dei sentimenti che già conoscevamo dalle sue opere realistiche.
E non mancherà infine un esempio del classico horror orientale: Roommates della giovane autrice Kim Eun-kyung, rappresenta ancora un altro episodio del popolare sotto-genere coreano delle scuole infestate dai fantasmi, in cui però la violenza della vita scolastica raggiunge livelli di crudeltà e grottesco che superano di gran lunga quelli del soprannaturale. Il migliore esordio coreano dell'anno!
Il Giappone, immancabile, sarà presente con una cupa leggenda metropolitana The Slit-Mouthed Woman. Un horror estremo che si materializza in un film particolarmente originale che non distoglie l'occhio dagli orrori del mondo reale (gli abusi sull'infanzia). La spettrale Donna dalla Bocca Squarciata (del titolo, già inquietante!), rapitrice di bambini, è degna di entrare nel pantheon dei mostri cinematografici!