Fabio Fazio e Che fuori tempo che fa: è scontro tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti

La vicenda di Fabio Fazio e Che fuori tempo che fa continua a infiammare il dibattito: sono intervenuti anche Nicola Zingaretti e Matteo Salvini.

Come era prevedibile, il caso di Fabio Fazio e della chiusura anticipata di Che fuori tempo che fa ha fatto scatenare i commenti politici. In prima linea? Naturalmente il segretario del PD, Nicola Zingaretti, e il vicepremier leghista Matteo Salvini.

Rai1, insomma, con quel comunicato diramato in nottata, ha fatto di tutto per far passare la questione come una semplice scelta di palinsesto, ma il tentativo sembra già fallito. La chiusura anticipata del programma del lunedì di Fabio Fazio è dunque strettamente legata agli attacchi politici contro il conduttore? Si direbbe di sì a giudicare dalle prime reazioni.
Il segretario PD Nicola Zingaretti ha commentato via Facebook: "Su Fazio chiamatela come volete. Io la chiamo censura contro la libertà di espressione".

Il nome che più di ogni altro è stato immediatamente legato alla vicenda, Matteo Salvini, è intervenuto in un primo momento con la consueta finta noncuranza: "È una scelta dell'azienda, non entro nel merito. Non decido io i palinsesti televisivi". Per poi rincarare la dose: "Io Fazio lo vorrei in onda anche a Natale e Capodanno. Più fa campagna elettorale per la sinistra e più gli italiani aprono occhi e votano Lega[...] Più mi attacca Fazio con il rolex al polso, più gli italiani capiscono". Più tardi, in un'intervista a Radio24, è nuovamente sceso in campo contro il conduttore: "Mi dà fastidio che ci sia qualcuno pagato dagli italiani, tra i 3 e i 4 milioni di euro, che faccia una trasmissione politica. Adoro il confronto e la critica, figurarsi se chiedo a tizio di togliere un programma piuttosto che un altro. Mi dà fastidio che una televisione pubblica pagata dagli italiani paghi stipendi da milioni di euro".

L'ultimo, per adesso, in ordine di tempo a intervenire è stato Maurizio Gasparri di Forza Italia, membro della commissione di Vigilanza RAI: "Ci mancava il vittimismo di Fazio per censure che non esistono. In attuazione delle regole approvate dalla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il servizio pubblico deve programmare trasmissioni elettorali con le regole della par condicio, dando voce a tutte le liste presentate alle elezioni europee. Lo spazio dopo le 23.00, dedicato alle tribune su Rai uno lunedì 20 maggio al posto di Orietta Berti e Frassica che cinguettano, non è quindi una violazione della libertà, ma l'adempimento di un dovere informativo. Ma di che parliamo? Ma basta con la dittatura fazista! Non ci sono censure".