Ryan Murphy non ha intenzione di incontrare i fratelli Erik e Lyle Menendez, ma ha ammesso che ritiene sia possibile un nuovo processo. Il produttore ha inoltre dichiarato che considera la serie targata Netflix la "cosa migliore" accaduta ai due condannati negli ultimi 30 anni.
Le risposte alle accuse su Monsters
Rispondendo alle critiche rivolte al progetto condivise da Tammi, la moglie di Erik Menendez, Ryan Murphy ha ammesso che la risposta della famiglia a Monsters era "prevedibile". Il produttore ha aggiunto: "Lo trovo interessante perché mi piacerebbe sapere i dettagli di quello che pensano sia sconvolgente oppure no. Non abbiamo inventato nulla di tutto ciò: è stato tutto presentato in precedenza. Quello che stiamo facendo è essere i primi a presentarlo in un ecosistema confinato. Cosa c'è di grottesco? Tammi e la famiglia, lo hanno sempre fatto e anche recentemente... Dicono 'bugie dopo altre bugie', ma non dicono quali sarebbero le menzogne".
I fratelli Menendez sono stati condannati all'ergastolo per l'uccisione dei loro genitori, Jose e Kitty Menendez, avvenuta nel 1989.
Murphy è convinto che la serie Monsters sia "la cosa migliore che sia accaduta ai fratelli negli ultimi 30 anni. Milioni di persone stanno parlando ora di loro in tutto il mondo. C'è un documentario in uscita tra due settimane su di loro, anche quello su Netflix. E penso che la cosa interessante sia che sta chiedendo alle persone: 'Dovrebbero avere un nuovo processo? Dovrebbero uscire di prigione? Cosa accade nella nostra società? Le persone dovrebbero essere rinchiuse per tutta la vita? Non c'è alcuna possibilità di riabilitazione?'".
Ryan sostiene che si debba parlare di queste tematiche e l'opinione pubblica sta già dando ai fratelli un altro processo: "Per quello che posso dire, si è realmente aperta la possibilità che, con queste prove che sostengono di avere, forse per loro permetterà di fare un passo in avanti".
L'idea di Murphy sul caso
Ryan è convinto che se il processo si tenesse ora i due fratelli avrebbero un'altra sentenza, considerando inoltre che nel secondo processo non hanno accettato le prove che sostengono di avere: "Quello è un errore. Penso che il comportamento di quei giurati di sesso maschile sia oltraggioso. Credo che molti fossero omofobi. Penso che si siano rifiutati di accettare l'idea che gli abusi sessuali potessero accadere agli uomini".
Murphy ha ribadito: "Penso che se ci sono nuove prove, sì, bisognerebbe ascoltare. Personalmente, inoltre, non credo che qualcuno dovrebbe trascorrere la sua intera vita in prigione".
Il produttore, a differenza dell'attore Cooper Koch, non ha incontrato Erik e Lyle e ha ammesso che "non ha alcun interesse" nel parlare con loro: "Non so cosa direi. Cosa dovrei chiedere? So quale è la loro prospettiva".