È stata la mano di Dio, i cinema protestano: "Netflix non ha rispettato gli accordi"

L'uscita al cinema di È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino sta suscitando le proteste di alcuni esercenti che accusano Netflix di non aver rispettato gli accordi.

Nel primo weekend di uscita di È stata la mano di Dio, i cinema italiani stanno protestando contro Lucky Red e Netflix, accusandoli di non aver rispettato gli accordi relativi alla distribuzione del nuovo film di Paolo Sorrentino.

È stata la mano di Dio, dopo aver convinto tutti all'ultimo Festival di Venezia, si prepara a rappresentare l'Italia agli Oscar 2022. Non stupisce, dunque, che la curiosità del pubblico per il nuovo film di Paolo Sorrentino sia schizzata alla stelle, così come la voglia dei cinema italiani di permettere alla gente di gustarsi l'opera sul grande schermo. Il film originale Netflix arriverà sulla piattaforma streaming il 15 dicembre ma fino ad allora ci sarà la possibilità di vederlo in 250 sale sparse per la penisola. A quanto pare, però, il numero di sale abilitate alla proiezione dell'opera sarebbe dovuto essere ben più alto: proprio questa presunta riduzione sta scatenando l'ira degli esercenti italiani che, nelle ultime ore, puntano il dito contro Lucky Red e Netflix, con cui affermano di aver stipulato accordi per la distribuzione di È stata la mano di Dio, rimanendo però a mani vuote dopo che il numero di copie disponibili per le sale cinematografiche è stato improvvisamente ridotto da 400 a 250.

Tra coloro che hanno espresso lamentele c'è la Sala degli Artisti, a Fermo, che ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene di aver raggiunto un accordo con Lucky Red per mostrare il film, ma una settimana prima della sua uscita, Lucky Red ha fatto sapere che Netflix aveva deciso di limitare il numero di copie da rilasciare nei cinema, e che quindi la programmazione del film nel loro teatro sarebbe stata cancellata.

Il capo di Lucky Red, Andrea Occhipinti, confuta tali affermazioni. "Non abbiamo firmato nessun tipo di accordo a cui non abbiamo aderito", ha dichiarato, aggiungendo che "la strategia di rilascio che avevamo sempre pianificato era di 250 copie". Occhipinti ha notato che l'animosità per la domanda insoddisfatta di È stata la mano di Dio è comprensibile, dal momento che gli esercenti italiani stanno ancora soffrendo dopo essere stati chiusi a causa dell'emergenza sanitaria.

La strategia di rilascio limitato di È stata la mano di Dio, che chiaramente avrebbe potuto essere più ampia, fa storcere il naso anche a Domenico Dinoia, il capo dei distributori d'essai italiani. "O ti limiti alla piattaforma, o dovresti fare un'uscita teatrale nel miglior modo possibile", ha detto Dinoia, aggiungendo: "È ovvio che Netflix non abbia interesse ad utilizzare il cinema come principale mezzo di visualizzazione per il suo prodotto, lo sappiamo tutti". Dinoia ha osservato che "in un momento in cui c'è un grande bisogno di riportare le persone nei cinema, una parte del pubblico non avrà una possibilità di vedere questo film sul grande schermo". Ha infine aggiunto che le sale cinematografiche italiane a cui viene negata l'opportunità di programmare il film di Sorrentino sono quelle delle province "nel cuore profondo dell'Italia".