Nella miniserie Dracula, disponibile su Netflix da qualche giorno, ci sono easter eggs su altre produzioni britanniche, tutte della BBC, come Doctor Who e Sherlock. Dettaglio tutt'altro che sorprendente, dato che i due autori della miniserie sul celebre vampiro sono Steven Moffat e Mark Gatiss, creatori della trasposizione moderna di Sherlock Holmes e veterani della storica serie sui viaggi nel tempo (Moffat è stato lo showrunner dal 2010 al 2017, mentre Gatiss, oltre ad aver scritto diversi episodi durante la gestione del collega e quella di Russell T. Davies, è apparso anche come attore in una manciata di ruoli secondari nelle prime dieci stagioni dell'incarnazione attuale dello show). Attenzione, seguono spoiler !
Il rimando più evidente all'interno della serie, di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Dracula , è quello a Sherlock, nel primo episodio, tramite la battuta "Conosco un detective a Londra" (e c'è chi ipotizza che il terzo episodio, con il vampiro nella capitale inglese nel presente, sia un pretesto per fare un crossover tra le due serie). Sempre nella puntata inaugurale si cela l'allusione, molto velata, a Doctor Who: quando Mina Murray scrive all'amato Jonathan Harker, lo provoca dicendo di volersi forse concedere una tresca con la cameriera della locanda Rose and Crown, in assenza del fidanzato. Si tratterebbe di Clara Oswald, che nel suo esordio al fianco dell'Undicesimo Dottore faceva esattamente quel lavoro, più o meno negli stessi anni (1892, cinque anni prima del viaggio di Harker in Ungheria). Un simpatico omaggio di Steven Moffat a una delle proprie creazioni.
Nel secondo episodio invece è Mark Gatiss a concedersi un riferimento personale: il numero 9, scritto sulla cabina della Demeter dove avviene un fattaccio, ricorda il font della serie antologica Inside No. 9, ideata e interpretata da Steve Pemberton e Reece Shearsmith, con i quali Gatiss ha mosso i primi passi come attore e sceneggiatore comico negli anni Novanta.