È un film che parla di dolore DogMan di Luc Besson, della sofferenza subita dal suo protagonista Douglas e della salvezza che ha trovato, nei tanti cani che lo circondano e nell'arte, nelle performance artistiche in cui si esibisce. È venuto spontaneo, quindi, chiedere al regista se e quanto il cinema e l'arte in generale possano aiutare a superare la sofferenza nel corso del nostro incontro, in vista dell'uscita in sala del nuovo lavoro il 12 Ottobre per Lucky Red.
La salvezza nell'arte
"Lo penso eccome!" Ci ha detto Luc Besson, che ha aggiunto che "senza arte siamo perduti." Un concetto che ha spiegato facendo diversi passi indietro nella storia umana: "Prima della politica, dell'economia, di tutto, decine di migliaia di anni fa c'era un tizio in una grotta che faceva un graffito di un mammut per dire 'sono qui!'" Un messaggio forte, importante, che ha segnato il destino della nostra specie: "Tutto parte da lì. Non c'è religione, non c'è politica nell'arte. Milioni di persone vanno al Louvre a guardare la Gioconda e pensano che sia incredibile" ed è prezioso ancor di più oggi, perché "anche se siamo in un periodo di guerra, l'unico legame tra tutti i popoli è sempre l'arte. Libri, dipinti, film, ci aiutano a ricordare che non siamo così distante l'uno dall'altro."
L'arte ci salva e ci unisce, quindi, "e proprio per questo l'arte è così importante. È quello che ci salverà." L'ancora alla quale ci dobbiamo attaccare giorno dopo giorno per superare i momenti difficili e la situazione mondiale complessa in cui ci stiamo muovendo: "I soldi non salveranno nessuno. Puoi essere salvato da un buon film, un buon libro o un buon dipinto invece."
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La forza e la pazzia dell'artista
Attenzione però alla minaccia del politicamente corretto che rischia di frenare gli artisti, sulla quale il regista di DogMan mette in guardia: "L'arte è l'unico luogo in cui siamo liberi. Possiamo dipingere un quadro della grandezza che desideriamo, con tutti i colori che vogliamo e possiamo dire quello che ci pare. Non capisco questa tendenza al politicamente corretto e dovremmo assolutamente andare nella direzione opposta." E aggiunge con convinzione: "L'artista deve essere pazzo!" Una pazzia che è per lui sinonimo di libertà, strada per arrivare alla meta nel modo migliore e più compiuto: "Dobbiamo essere pazzi, dobbiamo aprire porte, anche se a volte si può rischiare di andare troppo oltre. Pazienza, è arte, è tutto a posto."
E spiega questo concetto un un unico immortale esempio: "Pensate a Picasso. La prima volta che ha messo il naso al posto dell'orecchio tutti hanno urlato 'non è arte!' E invece sì, lo è, e ha cambiato la pittura per secoli. Lasciamo che gli artisti siano artisti. Dovremmo proteggerli, incoraggiarli a stupirci e impressionarci." Non bisogna frenare chi fa arte, ma lasciarlo libero di spaziare e creare come meglio crede: "Questo dovremmo dire agli artisti: 'voglio che mi porti fuori dalla mia vita', dovremmo permettere che possa aprire porte per farci vedere altro."