Dopo l'anteprima alla Festa di Roma 2023, domani sera i Manetti Bros. lanceranno il terzo e ultimo capitolo della saga di Diabolik, Diabolik - Chi sei?, a Lucca Comics & Games 2023 in attesa dell'uscita nei cinema, prevista per il 30 novembre.
Il franchise ispirato al fumetto creato dalle sorelle Giussani è incentrato su Diabolik, un ingegnoso ladro gentiluomo che vive nella città immaginaria di Clerville negli anni '60 e '70. Luca Marinelli ha interpretato il maestro criminale nel primo film, Diabolik, sostituito poi da Giacomo Gianniotti per il secondo e terzo capitolo. Nel cast ci sono anche Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant, Monica Bellucci in quello di Altea e Valerio Mastandrea nel ruolo dell'ispettore Ginko.
Marco e Antonio Manetti sono rimasti affascinati dal fumetto fin da piccoli, come hanno confessato a Variety. Marco, il più grande dei due, era alle elementari quando ha scoperto Diabolik, rivolto in realtà a un target più adulto. "Veniamo da una famiglia molto liberale", spiega. "Per anni il nostro obiettivo è stato quello di adattare questo fumetto".
La versione di Mario Bava poco fedele al fumetto
A convincere definitivamente gli autori di Ammore e malavita a tuffarsi nel mondo di Diabolik è stata la versione del 1960 di Mario Bava, che non hanno trovato poco fedele. "Come fan dei fumetti, siamo rimasti un po' delusi quando abbiamo visto il film di Mario Bava", spiega ancora Marco Manetti. "Ora che siamo adulti, pensiamo che quel film sia a suo modo un capolavoro, ma non era fedele ai fumetti. A Mario Bava non importava niente: ha semplicemente fatto un altro tipo di film. Penso che volesse fare una sorta di versione italiana di James Bond. Quindi siamo rimasti un po' delusi e abbiamo sempre pensato di realizzare la versione fedele dei fumetti. Prima di noi ci hanno provato altri registi, ma tutti hanno fallito. Noi eravamo convinti di avere la ricetta giusta per farcela".
L'occasione propizia è arrivata nel 2018, dopo il successo di Ammore e malavita, premiato come miglior film ai David di Donatello, il massimo premio cinematografico italiano. "Ci siamo detti 'Da un grande potere derivano grandi responsabilità', come si dice in Spider-Man. Quello era il momento in cui dovevamo usare quel potere per cercare di realizzare questo sogno. Abbiamo inviato il nostro soggetto alla casa editrice e dopo due o tre ore l'editore ha telefonato dicendo, 'Sono 30 anni che aspetto esattamente queste pagine'. E da allora tutto è stato facile".
Un criminale simbolo di libertà
Per i Manetti Bros. il personaggio di Diabolik è morto importante per gli aspetti metaforici racchiusi nella figura creata dalle Giussani. "È un personaggio complicato e semplice allo stesso tempo, oscuro e affascinante", afferma Marco Manetti. "Tutte le storie trattano di amore e morte, che sono sicuramente le cose più interessanti del mondo. Tuttavia, quando abbiamo iniziato a studiarle in dettaglio per realizzare il primo film, ci siamo resi conto che c'era qualcosa di più dietro. Ci siamo resi conto che questo personaggio è una metafora della libertà. Questo è ciò che ti fa stare dalla sua parte. È un assassino e un ladro. Allora perché stai dalla parte di un assassino e di un ladro? Perché in modo simbolico non ti spinge davvero a rubare o a uccidere, ma ad essere libero. Combatte per la sua libertà".