Michele Soavi ha inaugurato il FIPILI Horror Festival 2023 introducendo il suo cult del 1994, Dellamorte Dellamorte. Nell'occasione, il regista e collaboratore storico di Dario Argento ha rivelato qualche aneddoto sul dietro le quinte della pellicola, soffermandosi sugli scontri con il protagonista Rupert Everett.
"Litigavamo tutti i giorni, o la mattina o il pomeriggio" rivela. "Lo abbiamo fatto per tutte e 12 le settimane di lavorazione del film. Dopo la fine delle riprese, Rupert Everett disse che aveva incontrato il _peggior regista di sempre perché ero troppo preoccupato della parte tecnica e poco degli attori"._
Soavi non nutre però rancore nei confronti della sua star, e ammette dietro le quinte che "era un gran figo". E il film mostra generosamente le nudità sia di lui che della protagonista femminile Anna Falchi, facendo la gioia del pubblico che ieri sera ha rivisto l'horror fantasy nato dalla penna di Tiziano Sclavi.
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Il passaggio dal cinema alla fiction tv
"Ero un lettore di Dylan Dog così ho cercato il suo numero sull'elenco, l'ho chiamato e mi sono presentato a casa sua" spiega Michele Soavi, rivelando la genesi della pellicola. "È una persona schiva, viveva con due gatti e non usciva mai. Avrei voluto fare un film su Dylan Dog, ma lui mi ha proposto Dellamorte Dellamore, un suo vecchio lavoro che era stato respinto dalla casa editrice perché era troppo cupo. Da lì era nato poi il personaggio di Dylan Dog. Dentro questo film ci ho messo il mio mondo, l'ho scritto. Francesco Dellamorte è un eterno adolescente, vive il malessere esistenziale".
Dopo Dellamorte Dellamorte, sono passati molti anni prima che Michele Soavi tornasse al cinema, anni passati a occuparsi di fiction tv e di una serie di successo come Rocco Schiavone. Per il regista, "lavorare in tv non è stato un tradimento. Dopo Dellamorte Dellamore ho ricevuto tante offerte, ma i progetti non erano abbastanza validi. Allora ho trasposto la mia conoscenza nel campo televisivo. Ma se potessi, tornerei a fare horror di corsa".