DAZN diffidata da Agcom, qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

Nelle ultime ore è arrivata la diffida verso la piattaforma di streaming da parte del garante delle comunicazioni

Microfono Dazn

DAZN è stata ritenuta colpevole da Agcom ed è stata diffidata: una nuova svista da parte della piattaforma di streaming porterà ad una pesante multa e alla perdita della possibilità di segnalare illeciti.

Secondo le ricostruzioni, lo scorso sabato sarebbe stata una società esterna ingaggiata da DAZN a creare il ticket che ha spento in Italia, per quasi un giorno, Google Drive e altri servizi Google.

Tra le migliaia di siti illegittimi che trasmettevano Milan-Udinese e Juventus-Lazio, uno in particolare riguardava proprio Google Drive. Per essere precisi, una serie di utenti aveva creato una cartella condivisa con dentro tutti i link per vedere illegalmente le partite: il dominio dell'indirizzo che puntava a quella cartella era ovviamente lo stesso che puntava a milioni di altre cartelle Google Drive, e da qui il pasticcio: Google Drive bloccato in Italia per ore, in alcuni casi anche per l'intera giornata.

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Di seguito il comunicato di Agcom dopo la diffida: "Il Consiglio dell'Autorità, nella riunione odierna, alla luce della relazione tecnica presentata dagli uffici competenti sull'evento occorso sabato sera in relazione ad una segnalazione di blocco riferita per errore a Google Drive, ha deciso di diffidare DAZN in qualità di segnalatore accreditato sulla piattaforma Piracy Shield, ad assicurare la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove".

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Il comunicato prosegue: "L'Autorità si è riservata di adottare tutti i provvedimenti di competenza in caso di inottemperanza. L'Autorità, tenuto conto delle novità introdotte dal decreto omnibus, che ha chiarito il novero dei soggetti tenuti all'iscrizione alla piattaforma, ha inoltre rivolto un richiamo a tutte le categorie di soggetti perché provvedano, in ossequio al dettato legislativo, ad accreditarsi alla piattaforma Piracy Shield. Si tratta dei gestori di motori di ricerca e dei fornitori di servizi della società dell'informazione coinvolti a qualsiasi titolo nell'accessibilità del sito web o dei servizi illegali, compresi i fornitori di servizi di VPN e di DNS pubblicamente disponibili, ovunque residenti e ovunque localizzati".

Secondo quanto riportato da Repubblica, poi, Antonello Giacomelli, uno dei commissari Agcom, non avrebbe partecipato al voto sulla questione in segno di protesta: secondo Giacomelli sarebbe necessario bloccare temporaneamente la piattaforma per ripensarla. Quest'ultimo chiede anche che si pensi ad un processo che permetta ad Agcom di controllare le segnalazioni, cosa che al momento non fa, ma soprattutto vorrebbe un confronto con la Lega di Serie A perché i costi di gestione della piattaforma sarebbero andati oltre quanto preventivato.