Anche Danny Elfman, noto compositore e cantante statunitense, è finito nel ciclone mediatico delle accuse per comportamenti sessuali inappropriati. In un'esclusiva riportata dall'edizione americana di Rolling Stone è stato scritto che Elfman avrebbe molestato Nomi Abadi, pianista nominata ai Grammy, nel 2015 e nel 2016, spogliandosi e masturbandosi dinnanzi a lei senza alcun consenso. Il rapporto della polizia di Los Angeles risale a novembre 2017.
I due avrebbero raggiunto un comune accordo di non divulgazione nel 2018 in cui Elfman si impegnava a pagare 830.000 dollari come risarcimento per l'accaduto, ma adesso Nomi Abadi ha tirato nuovamente in causa il compositore per non aver rispettato il contratto stipulato e non aver pagato due tranche pari a 42.500 dollari previste per il 2019 e il 2021.
Danny Elfman ha risposto alle accuse della compositrice spiegando che sono assolutamente false e che il suo intento era soltanto quello di distruggere il suo matrimonio, sostituendosi alla moglie. Secondo i rappresentanti di Elfman, inoltre, la relazione tra i due sarebbe stata soltanto "platonica" e ogni interazione sarebbe stata assolutamente consensuale.
"Come posso rispondere ad accuse così gravi dato che l'innocenza non è una valida difesa? È straziante considerare che una carriera di 50 anni possa essere distrutta in un giro di notizie a causa di accuse feroci e completamente false sulle molestie sessuali. Le accuse della signora Abadi semplicemente non sono vere" ha dichiarato il compositore.
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Le parole dell'avvocato di Nomi Abadi
L'avvocato di Nomi Abadi ha invece ritenuto contraddittorie le dichiarazioni di Elfman, spiegando come i versamenti dovuti non erano destinati alla sua assistita bensì a un'organizzazione no profit.
Nomi ha fondato la Women Composers Safety League (FCSL) nel 2020, un'organizzazione senza scopo di lucro che mira a "rompere lo stigma nel settore che circonda il trauma e la vergogna".