Tracey McNamara, consulente scientifica del film Contagion, è tornata a parlare del film alla luce dell'epidemia di Coronavirus, che ha spinto molti a rivedere il thriller "virale" del 2011. Intervistata da BuzzFeed News, la McNamara, che lavora come patologa veterinaria, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Se la gente lo sta rivisitando, spero che si rendano conto che il film parlava di quello che può accadere con una nuova minaccia pandemica, e penso che avrebbero dovuto prenderlo più sul serio al momento dell'uscita, perché era un avvertimento rivolto al governo: questo può accadere, e bisogna essere preparati."
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Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia nel 2011 e poi accolto discretamente nelle sale (135 milioni di dollari incassati nel mondo, per un budget di 60 milioni), Contagion fu ammirato già all'epoca per la sua verosimiglianza scientifica (il regista Steven Soderbergh e lo sceneggiatore Scott Z. Burns si ispirarono in parte alla vera epidemia di SARS del 2003 e si avvalsero della consulenza di diversi esperti nel campo), ed è tornato a far parlare di sé per il suo aspetto profetico: come sottolineato anche dalla dottoressa McNamara, molti degli avvertimenti presenti nel lungometraggio, tra cui l'invito a non toccarsi la faccia, corrispondono a ciò che sta accadendo adesso con il COVID-19.
La scienziata ha anche ribadito la verosimiglianza di Contagion per quanto riguarda la disponibilità di un vaccino: al termine del thriller di Soderbergh si trova una soluzione al problema, ma non prima che il virus abbia ucciso quasi tre milioni di persone negli Stati Uniti e 26 nel mondo intero. Ricordando una scena specifica del film, la McNamara ha citato un altro elemento molto reale: "Alla conferenza stampa, quando chiedono se qualcuno ha trasformato il virus in un'arma e la risposta è che ci ha già pensato Madre Natura, è esattamente quello che diciamo da vent'anni."