Ospite del Karlovy Vary International Film Festival, Clive Owen ha ripercorso alcuni passaggi della sua carriera, definendola un bel mix di generi. L'attore britannico è passato da Gosford Park di Robert Altman a Inside Man di Spike Lee, da I figli degli uomini di Alfonso Cuarón alla serie The Knick.
La motivazione di questa sua variegata alternanza risiede tutta nelle dichiarazioni di Owen al festival, quando ha raccontato di preferire dedicarsi a progetti che lo possano in qualche modo spaventare, che siano diversi da ciò che ha sperimentato in precedenza.
Qualcosa di nuovo
"Mi piace scegliere cose che mi spaventano un po', qualcosa che non ho mai fatto prima. Quando osservi tutto quello che ho fatto è un bel miscuglio. Voglio assicurarmi di essere sulla stessa lunghezza d'onda. Spesso ti mandano il copione e voglio assicurarmi che il regista abbia un'idea simile alla mia quando lo leggo. Voglio che siamo sullo stesso piano" ha esordito l'attore.
L'attore preferisce essere lasciato libero di fare il proprio mestiere senza avere la supervisione del regista:"Sento molti attori parlare di registi per gli attori, che parlano molto con loro e se ne prendono cura, e penso spesso che il filmmaking sia una cosa molto pratica e i migliori registi, quelli che sanno davvero quello che stanno facendo, possono creare un ambiente in cui l'attore può fare il suo lavoro. Mi piace esaminare il personaggio, e alcuni dei migliori registi con cui ho lavorato non vogliono essere coinvolti nel processo".
Un esempio perfetto è Robert Altman:"Molto tempo fa ho fatto ho fatto Gosford Park con Robert Altman e aveva un cast incredibile. Il regista ha riunito tutto il cast e la prima cosa che ha detto è stata 'Non voglio che veniate da me per parlare del vostro personaggio. Sapete tutti perché siete qui'. Credo molto in un regista che sa davvero quello che sta facendo e crea una struttura e un contesto davvero ottimi affinché un attore possa fare il suo lavoro".
Tra i registi con i quali vorrebbe lavorare, Clive Owen ha citato Paul Thomas Anderson e Jacques Audiard.