Danilo Restivo è l'uomo che, secondo la giustizia italiana, ha assassinato Elisa Claps, la giovane di Potenza i cui resti sono stati scoperti diciassette anni dopo la sua scomparsa, all'interno della chiesa potentina della Santissima Trinità. Attualmente, Restivo sta scontando la sua pena in Inghilterra, dove è stato arrestato e condannato per l'omicidio di un'altra donna: Heather Barnett.
Chi è Danilo Restivo
Nato nel 1972 a Erice, in Sicilia, Danilo Restivo ha trascorso la sua infanzia a Potenza, dove la sua famiglia si era trasferita quando lui era ancora un ragazzino. Suo padre, infatti, aveva assunto la direzione della biblioteca nazionale potentina.
Sin dalla sua adolescenza, Restivo ha dimostrato di essere un giovane problematico e solitario, manifestando comportamenti inquietanti che segnalavano un profondo disagio. Fin da giovanissimo, Restivo circolava con forbici da barbiere affilate nella tasca, e sui mezzi pubblici prendeva di mira giovani studentesse, aggredendole alle spalle e terrorizzandole tagliando ciocche dei loro capelli. Ma le sue oscure abitudini non si limitavano a ciò.
Le indagini successive condotte dagli inquirenti hanno rivelato un lato ancora più disturbante della personalità di Danilo Restivo. Emerse che aveva l'abitudine di ossessionare le ragazze che corteggiava e che lo respingevano. Danilo Restivo faceva telefonate mute alle sue vittime, con in sottofondo la colonna sonora di film celebri come Profondo Rosso o la melodia di Per Elisa di Beethoven. Un comportamento che aggiungeva un elemento sinistro alla sua già turbolenta storia.
L'omicidio di Elisa Claps
Elisa Claps, nata e residente a Potenza, scomparve il 12 settembre 1993, all'età di 16 anni, in quell'anno frequentava il terzo anno del liceo classico. Il giorno in cui sparì nel nulla la studentessa era andata alla chiesa Santissima Trinità per incontrare il suo assassino. Il nome di Danilo fu fatto dalle amiche della vittima, a cui Elisa aveva confidato la frequentazione con questo ragazzo.
I sospetti degli inquirenti
Quel giorno Danilo si era presentato in ospedale per curarsi alcuni tagli alle mani, ai medici raccontò di essersi ferito in uno dei cantieri delle scale mobili che all'epoca erano in costruzione. I suoi vestiti, macchiati di sangue, non vennero sequestrati e mai analizzati. Lui il giorno successivo partì per Napoli, città in cui frequentava l'Università, per sostenere un esame.
Al suo ritorno a Potenza venne interrogato dalla polizia, nonostante le versioni su suoi spostamenti spesso non coincidevano, gli inquirenti non avevano prove a carico del sospettato e furono costretti a lasciarlo andare. Nel corso degli interrogatori Danilo ammise di aver chiesto ad Elisa di incontrarsi ma solo perché aveva bisogno dei consigli della ragazza per conquistare un'amica comune di cui si era innamorato.
Danilo dichiarò che in quell'occasione Elisa gli aveva confidato che spesso all'interno della chiesa Santissima Trinità veniva importunata da un uomo. Un particolare che la ragazza non aveva mai rivelato a nessuno, nemmeno alle sue amiche.
Intervistato da Chi l'ha visto Danilo raccontò che l'incontro con Elisa sarebbe avvenuto nella chiesa della Santissima Trinità: "Ci stavano pochissime persone perché la messa era finita. Ci mettiamo dietro l'altare per una decina di minuti, dopodiché Elisa mi dice che a mezzogiorno doveva andare in campagna. La seguo con lo sguardo fino all'uscita principale e dopo mi sono soffermato in chiesa a pregare".
Il ritrovamento del cadavere di Elisa Claps
Il 17 marzo 2010, diciassette anni dopo la sparizione, i resti di Elisa Claps vennero casualmente rinvenuti nascosti nel sottotetto proprio della chiesa potentina della Santissima Trinità, lo stesso luogo che Elisa aveva visitato il giorno della sua scomparsa.
La macabra scoperta avvenne durante i lavori di ristrutturazione per infiltrazioni d'acqua. Gli operai trovarono, oltre ai resti umani, anche un orologio, gli occhiali, gli orecchini, i sandali e i resti dei vestiti della giovane. Il reggiseno risultava essere tagliato e i jeans erano aperti, indicando la possibilità che la ragazza avesse subito un'aggressione a sfondo sessuale prima di essere tragicamente uccisa.
L'omicidio di Heather Barnett
Heather Barnett, una sarta inglese, fu trovata morta nella sua abitazione di Bournemouth, una località balneare nel sud dell'Inghilterra: I figli della donna, di 11 e 14 anni, trovarono il cadavere della loro madre in una pozza di sangue arrivando a casa da scuola.
Pochi mesi prima della tragica vicenda, nel 2002, Danilo Restivo si era trasferito in Inghilterra, si era unito in matrimonio e aveva scelto di stabilirsi nei pressi di Richmond Park a Bournemouth, a breve distanza dalla dimora di Heather Barnett.
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I sospetti della polizia del Dorset si concentrarono su Danilo Restivo per due dettagli rilevanti. Innanzitutto, poco prima dell'omicidio, Restivo aveva visitato la casa di Barnett per discutere di tende da commissionare alla sarta. In seguito a tale incontro, la vittima aveva riportato la scomparsa delle proprie chiavi di casa, sospettando che Restivo le avesse sottratte, un'accusa che egli però respinse.
La seconda circostanza, riguardava la macabra scena del crimine, dove il cadavere di Barnett fu trovato con due ciocche di capelli tra le mani. Tale peculiarità fece subito pensare a Restivo, noto per la sua abitudine di tagliare ciuffi di capelli a donne casualmente incontrate. Questa sinistra consuetudine era già emersa da segnalazioni sia a Potenza che a Bournemouth.
Danilo Restivo alla sbarra
Il processo in Inghilterra
Danilo Restivo fu arrestato nel 2006 e, grazie alle indagini congiunte con la polizia italiana, venne accusato dell'omicidio di Heather Barnett nel maggio 2009. Il 30 giugno 2011, Danilo Restivo venne condannato all'ergastolo dalla Crown Court di Winchester per l'assassinio di Heather Barnett.
Il processo in Italia
L'8 novembre 2011, al Tribunale di Salerno, ebbe inizio il processo di primo grado a Danilo Restivo, sottoposto a rito abbreviato. Durante la prima udienza, i pubblici ministeri notarono che i reati più gravi, passibili di ergastolo, erano ormai prescritti. Di conseguenza, avanzarono la richiesta di trent'anni di reclusione, la pena massima possibile. L'11 novembre 2011, Restivo venne condannato a trent'anni di carcere.
Il processo di appello, iniziato a Salerno il 20 marzo 2013, e tenuto con la presenza fisica di Danilo Restivo, estradato temporaneamente in Italia dall'Inghilterra, si concluse il 24 aprile 2013 con la conferma della condanna a trent'anni per l'imputato.
Il 23 ottobre 2014, la Corte di Cassazione ratificò definitivamente la condanna a trent'anni inflitta a Danilo Restivo nei gradi di giudizio precedenti. Danilo Restivo sta scontando la sua pena nelle carceri britanniche