La famigerata versione di Cats chiamata butthole cut, perché mostrava i protagonisti in modo particolarmente accurato e realistico dal punto di vista anatomico, esiste, come confermato da un artista che ha lavorato agli effetti visivi del lungometraggio.
Le dichiarazioni sono state compiute in occasione di un'intervista rilasciata a The Daily Beast in cui si rivelano molti dettagli del travagliato processo che ha portato alla creazione del lungometraggio.
L'artista ha raccontato la reazione nel vedere come il posteriore dei felini al centro della trama di Cats fosse fin troppo realistico: "Quando stavamo guardando le scene stavamo pensando 'Che cavolo? Ragazzi ma lo vedete?'. Abbiamo messo in pausa il film e siamo andati a chiamare il nostro supervisore, dicendogli 'C'è un ano qui! Ci sono buchi del culo!' Non era in primo piano, ma si poteva vederlo e si pensava 'Che cosa diavolo è? Si vede il posteriore dei gatti'. Non era esagerato ma, ugualmente, lo si poteva notare se si prestava attenzione".
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La produzione aveva infatti ingaggiato un altro team esperto in effetti visivi con lo scopo di rimuovere questi dettagli dal montaggio di Cats. Lavorare per il regista Tom Hooper, inoltre, è stata un'esperienza quasi simile all'essere "schiavi": altri membri del team hanno rivelato che erano obbligati a rimanere in ufficio anche per due o tre giorni di seguito, dormendo sotto le scrivanie. Il filmmaker avrebbe inoltre criticato duramente il loro lavoro, pur non avendo alcuna esperienza nel campo dell'animazione.
Una delle persone intervistate ha spiegato: "Alcuni aspetti della produzione erano diventati semplicemente assurdi, come quando Hooper chiedeva di vedere dei video di veri gatti che si muovevano come faceva il cast nel film. E come sapete, i 'gatti non ballano'".
Hooper non permetteva agli esperti di parlare durante le riunioni e aveva un atteggiamento irrispettoso e che sminuiva il lavoro degli altri: "E ti parlava come se fossi spazzatura".