Si è tornato a parlare di Casino Royale, e più precisamente di ciò che avrebbe voluto farne Quentin Tarantino. Mentre aspettiamo di vedere il nuovo film del franchise, che segnerà l'addio di Daniel Craig al ruolo di 007 (l'uscita è attualmente prevista per novembre, slot classico delle avventure della spia britannica), il sito americano Screen Rant è tornato a parlare del debutto di Craig, che in altre circostanze, in mano a Tarantino, avrebbe potuto essere qualcosa di molto diverso. Troppo diverso, forse, il che spiegherebbe perché i produttori decisero di non puntare su quella versione, seppur basata sullo stesso romanzo.
Quentin Tarantino ha più volte parlato di ciò che avrebbe voluto fare con Casino Royale, adattamento del primissimo romanzo di Ian Fleming dedicato alle gesta di James Bond. L'aveva proposto direttamente a Pierce Brosnan, per il quale sarebbe stato il quinto e ultimo incarico nei panni della celeberrima spia, e sappiamo che la candidata principale per il ruolo di Vesper Lynd era Uma Thurman. Si vociferava che lui volesse girare il film in bianco e nero, con un budget ridotto, un'ambientazione d'epoca (anni Sessanta) e senza gli effetti speciali che si erano fatti sempre più presenti durante l'era Brosnan.
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L'attore irlandese, dal canto suo, sostiene di averne parlato con Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, i quali preferirono ripartire da zero con un nuovo attore, Daniel Craig, e una nuova continuity. Tutto questo senza consultare Tarantino, il quale rimase talmente deluso che, a quanto pare, non ha mai visto il film girato da Martin Campbell. La motivazione ufficiale di tale scelta non è mai stata svelata, ma Screen Rant ipotizza che ci fossero di mezzo due fattori: il cachet di Brosnan, che per 007 La morte può attendere era stato pagato 16 milioni di dollari, e la possibilità concreta che la versione di Tarantino ottenesse negli USA un divieto ai minori di 17 anni non accompagnati, troppo alto per gli standard del franchise.