Mentre la conferenza di presentazione della 63° edizione del Festival di Cannes si fa sempre più vicina, si intensificano prevedibilmente le speculazioni e i rumor legati ai nomi in programma. Da anni il prestigioso festival transalpino ci regala cartelloni ricchi di grandi autori molto diversi tra loro e anche quest'anno, stando alle notizie circolate finora, la selezione non dovrebbe deludere. Tra i nomi la cui presenza è quasi certa sono stati già fatti quelli di Jean-Luc Godard, Woody Allen, rigorosamente fuori concorso come da tradizione, Abbas Kiarostami e Oliver Stone. Nel poco tempo che rimane da qui all'ufficializzazione del programma, il direttore della kermesse Thierry Fremaux e i suoi collaboratori stanno facendo il possibile per sciogliere i nodi di quello che si presenta come un anno decisamente complicato. Tra le questioni irrisolte la più spinosa riguarda la presenza di Terrence Malick e del suo The Tree of Life, pellicola dalla lunghissima gestazione interpretata dalle star Brad Pitt e Sean Penn. Oltre a portare un cast stellare sulla sua Croisette, questa potrebbe essere l'occasione per far tornare Malick in concorso a Cannes per la prima volta dal 1979, quando vinse il premio per la miglior regia con il suo capolavoro I giorni del cielo. Resta l'incognita legata ai tempi di lavorazione del film, che avrebbe dovuto essere pronto due anni fa, ma pare che al momento il regista sia ancora chiuso in sala di montaggio.
Sul fronte americano sono state già sciolte le riserve su tre importanti pellicole la cui presenza sembrava, fino a poco tempo fa, ancora possibile. Hereafter, thriller soprannaturale diretto da Clint Eastwood, il cupo thriller Black Swan, del geniale Darren Aronofsky e la nuova pellicola di Gus Van Sant, ancora priva di titolo, non saranno ultimati in tempo per il festival. A sancire il solido legame tra la kermesse francese e il cinema spettacolare ci penserà l'atteso Robin Hood, colossal diretto da Ridley Scott e interpretato da Russell Crowe, scelto come film d'apertura del festival, mentre al momento non si conosce ancora il destino di Fair Game, thriller politico diretto da Doug Liman e interpretato da Naomi Watts e Sean Penn che deve essere ancora visionato dalla commissione francese. Quasi certamente la Quinzaine des Réalisateurs ospiterà Cocksucker Blues di Robert Frank, sulla tournée americana dei Rolling Stones del 1972, e il terzo film da regista di Vincent Gallo, Promises Written in Water, un melodramma su una donna bellissima affetta da un male incurabile, interpretato dalla modella belga Delfine Bafort e da Sage Stallone, figlio di Sylvester.In pole position tra le pellicole inglesi spiccano il nuovo lavoro di Mike Leigh, Another Year, che vede nel cast Jim Broadbent e la straordinaria Imelda Staunton, e Tamara Drewe di Stephen Frears. La sezione Un Certain Regard potrebbe ospitare il complesso Socialisme, pamphlet diretto dal grande vecchio Godard insieme ad altri sei registi. Un gradito ritorno per due registi premiati in passato a Cannes, la Palma d'Oro Kiarostami porterà la sua prima pellicola prodotta fuori dall'Iran, Copia conforme, girato in Toscana, che vede protagonista la madrina della rassegna Juliette Binoche, mentre il rumeno Cristi Puiu potrebbe presentare in concorso il suo Aurora. Quasi certa la presenza di Takeshi Kitano che, con Outrage, torna la genere che lo ha reso celebre, lo yakuza thriller, e del regista sudcoreano Lee Chang-dong, autore del dramma generazionale Poetry. Come da tradizione i film francesi saranno gli ultimi a essere selezionati. Tra questi due sembrano molto vicini a entrare a far parte del cartellone Carlos the Jackal, miniserie di quattro ore diretta da Olivier Assayas e dedicata al terrorista venezuelano Ilich Ramirez Sanchez, e la commedia di Bertrand Blier Le bruit des glaçons.