Molti dei registi che hanno lavorato di recente con Bruce Willis hanno parlato al Los Angeles Times di un incidente mancato e delle difficoltà che hanno affrontato sul set lavorando con l'attore che, come annunciato su Instagram da sua figlia, soffre di afasia e ha deciso di ritirarsi per sempre dalle scene.
I registi in questione hanno rivelato di aver assistito agli effetti della perdita dell'acuità mentale di Willis, che spesso impediva all'attore di ricordare le sue battute. Mike Burns, che ha diretto Willis in "Out of Death", ha detto che gli era stato perfino chiesto di ridurre il numero di frasi pronunciate da Bruce nella sua pellicola.
"Sembra che dobbiamo ridurre il numero totale di battute di Bruce di circa cinque pagine", ha scritto Burns in un'e-mail del giugno 2020, ottenuta dal Times, allo sceneggiatore del suo film. "Dobbiamo anche abbreviare un po' i suoi dialoghi in modo che non ci siano monologhi."
Un incidente, che ha avuto luogo sul set di "Hard Kill", ha letteralmente sconvolto la troupe: la star avrebbe sparato con una pistola caricata a salve senza prima avvertire Lala Kent, la sua co-star, affinché potesse abbassarsi per evitare la pallottola come da copione.
Infine, Jesse V. Johnson, che ha diretto Bruce Willis in "White Elephant", ha rivelato: "Era chiaro che non era il Bruce che ricordavo. Dopo la nostra esperienza con Willis sul set abbiamo deciso che non avremo fatto un altro film con lui. Siamo tutti suoi fan e questa situazione ci sembrava una fine piuttosto triste per una carriera incredibile".