Bridgerton: tra tabloid, corteggiamenti e sesso, quanto è accurato storicamente?

Ecco svelate alcune curiosità storiche su Bridgerton, la serie Netflix che alcuni definiscono un Gossip Girl georgiano, compresa la verità sulla regina Charlotte e l'accuratezza storica delle scene di sesso.

Molti si sono già chiesti quanto ci sia di vero in Bridgerton: ecco alcuni dettagli sull'accuratezza storica della Netflix, compresa la verità sulla Regina Charlotte, i tabloid ricchi di pettegolezzi nel XIX secolo e come le debuttanti venivano davvero introdotte al mondo del sesso prima del matrimonio.

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Bridgerton: un'immagine della serie

Bridgerton è una serie da poco uscita su Netflix, tratta dalla saga di Julia Quinn, che parla dell'alta società britannica nel XIX secolo: la trama vede l'intreccio della storia d'amore tra Daphne e Simon, tutto in chiave "Gossip-Girl" georgiano, come l'hanno già definito diversi fan. Ma quanto è storicamente accurato? Secondo molti, la serie non vuole essere "un documentario storico, anzi, avrebbe più richiami ai giorni nostri", ma Kinsey Schofield, fondatrice di ToDiForDaily.com, ha comunque elencato i fatti storicamente veri separandoli dalla finzione.

"Come vediamo all'inizio della storia, ogni anno un gruppo di famiglie britanniche aristocratiche si recava a Londra per presentare le proprie figlie adolescenti come debuttanti" - ha spiegato Kinsey - "Nella serie vediamo che la protagonista, Daphne, viene presentata alla regina Charlotte e da quel momento sarebbe iniziato il suo periodo di prova, ovvero sei mesi in cui avrebbero cercato per lei un pretendente: così inizia una stagione piena di balli, concerti, cene e feste sontuose che aveva come unico scopo quello di riunire le giovani donne con corteggiatori all'altezza."

Per quanto riguarda un'altra caratteristica della serie, il tabloid di Lady Whistledown che svela tutti gli scandali e i segreti delle famiglie aristocratiche della serie, Kinsey ha detto: "in realtà non è del tutto un fatto inventato: al tempo i pettegolezzi erano sulle bocche di tutti e i giornali erano pieni di tutti i tipi di dettagli impertinenti su ciò che la gente stava facendo all'epoca."

"Tuttavia un tabloid come quello di Lady Whistledown, così esplicito nei nomi, non sarebbe mai esistito: i giornalisti al tempo si sarebbero vergognati a svelare le loro identità e avrebbero fatto uno sforzo maggiore per mascherare l'identità dei loro soggetti."

In merito a uno dei temi più richiesti dai fan, ovvero l'accuratezza storica per quanto riguarda le persone di colore nei ruoli aristocratici, anche gli storici hanno difficoltà a rispondere: "Nella saga di libri che ha ispirato la serie, non c'era la regina Charlotte" - ha detto Kinsey "È stata introdotta dalla produttrice della serie Netflix, Shonda Rhimes, come personaggio integrativo. L'autrice dei libri, Julia Quinn, ha difeso tuttavia la posizione di Shonda, sostenendo che secondo molti storici la regina Charlotte potesse davvero avere origini africane. La teoria secondo cui Charlotte - che nacque in una famiglia aristocratica tedesca e divenne regina consorte nel 1761 dopo il suo matrimonio con Giorgio III - avesse origini africane, è in parte basata su come appare in alcuni ritratti: da come viene dipinta, secondo alcuni storici, si possono intravedere alcuni tratti africani stereotipati."

A parte questa curiosità storica in parte sfatata e in parte no, su una cosa non ci sono dubbi: è vero che le donne dell'epoca non venissero introdotte alla vita sessuale prima del matrimonio.

"Le ragazze prima del matrimonio avevano una conoscenza limitatissima del sesso" - ha spiegato Kinsey - "Lo facevano per proteggere la loro "innocenza". Anche se nella serie vediamo diverse scene tutt'altro che innocenti."