Uno dei film più scandalosi di Michael Winterbottom, Benvenuti a Sarajevo, è presentato adesso dalla Rarovideo, che ne annuncia l'uscita per il 9 maggio.
In amore e in guerra tutto è permesso. Ma Michael Winterbottom declina questa regola a modo suo, con il suo cinema aggressivo nei contenuti ed elegante nella forma, con la sua voglia di guardare tutto da una visuale diversa, la sua.
Modernissima, anticonformista ma anche nobilmente morale - e mai moralista - ed esemplare. Benvenuti a Sarajevo racconta l'amore di chi è padre, di chi non vuole più essere figlio, la passione per il proprio lavoro. E racconta una guerra atipica. Parliamo di Bosnia, di ex Jugoslavia, di Balcani, di atrocità commesse a pochi chilometri dal nostro paese. Il regista si conferma conoscitore delle contraddizioni individuali e collettive del mondo attuale, raffinato direttore d'attori - chiedete a un poker come Stephen Dillane, Woody Harrelson, Marisa Tomei e Goran Visnjic cosa ne pensa -, originale compositore di musica e immagini. E allora parafrasando una delle migliori intuizioni di quest'opera, si può solo dire: è la guerra, ragazzi, Don't worry, be happy. Perché con spregiudicatezza creativa e formale - c'è documentario e finzione, repertorio e ricostruzione, scene dolorosissime e colonna sonora cult - Winterbottom spara sull'Onu, sull'Europa, su tutti gli ignavi che hanno sulla coscienza quelle centinaia di migliaia di morti, di cui decine di migliaia erano bambini. Un pugno nello stomaco, da vedere e discutere.
Nei contenuti speciali del DVD, c'è anche un'intervista con il regista Michael Winterbottom.