Baby Reindeer: ufficializzata la data del processo per diffamazione contro Netflix da 170 milioni

Il tribunale ha deciso il giorno in cui inizierà il procedimento nei confronti del colosso dello streaming.

Jessica Gunning in una scena di Baby Reindeer

Netflix è stato citato in giudizio per diffamazione in relazione alla serie tv Baby Reindeer. Martedì, il giudice federale ha deciso la data della prima udienza per la causa intentata da Fiona Harvey contro lo streamer.

Il processo dovrebbe durare due settimane prima del verdetto sulla presunta azione diffamatoria che avrebbe messo in atto Netflix nei confronti della signorina Harvey, che ha accusato l'azienda in relazione al personaggio interpretato da Jessica Gunning.

Data del processo

Il giorno in cui inizierà il procedimento è il 6 maggio 2025. Netflix non ha commentato la data d'inizio del processo per la serie creata e interpretata da Richard Gadd. L'azienda ha confermato la linea già intrapresa in precedenza, affermando che intende 'difendere questa questione con forza e sostenere il diritto di Richard Gadd a raccontare la sua storia'.

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Richard Gadd in una scena di Baby Reindeer

Fiona Harvey è la presunta stalker nella vita reale di Richard Gadd, che avrebbe parzialmente ispirato l'autore nella creazione dell'inquietante Martha Scott; Harvey ha denunciato Netflix lo scorso 6 giugno. Pochi giorni dopo, Fiona Harvey ha partecipato al talk show di Piers Morgan dichiarando che il personaggio era basato su di lei.

Richard Gadd ha smentito categoricamente questa affermazione su Baby Reindeer:"Martha Scott non è Fiona Harvey. Come tutti i personaggi della serie, Martha è un personaggio fittizio con tratti della personalità inventati, molto diversi da quelli di Harvey". Chi non crede alle parole di Gadd, sottolinea come la serie inizi con il disclaimer che recita 'questa è una storia vera'.

La difesa di Netflix si basano in parte sul fatto che le affermazioni di Harvey non siano sufficientemente solide. Netflix e i suoi avvocati dello studio legale Latham & Watkins hanno sostenuto che 'dato il contesto della serie fittizia, inclusi i disclaimer e gli elementi cinematografici, ciò è da ritenersi poco sufficiente per avanzare qualsiasi accusa contro Netflix e certamente non per diffamazione'.