Il documentario su Anthony Bourdain, Roadrunner, ha usato le nuove tecnologie legate all'Intelligenza Artificiale per poter ricreare la voce dello chef e star televisiva.
Per riuscire nell'impresa sono state utilizzate circa dodici ore di materiale audio che è stato sfruttato da un sistema tecnologicamente avanzato per poter poi dare vita a una nuova traccia.
Morgan Neville, intervistato da The New Yorker, ha spiegato che ad esempio al termine del secondo atto di Roadrunner si può sentire Anthony Bourdain leggere un'e-mail inviata all'artista David Choe in cui gli chiede se è felice perché la sua vita è un disastro, nonostante abbia ottenuto successo. Il regista ha spiegato: "C'erano delle citazioni che volevo inserire con la sua voce, ma di cui non avevamo registrazioni". Il filmmaker ha quindi contattato una società di software, dopo averne valutate quattro, a cui ha dato una dozzina di ore di registrazioni audio per creare un modello in intelligenza artificiale della sua voce: "Se vedrete il film, a parte quel passaggio, probabilmente non saprete quali altre frasi sono state pronunciate da un'Intelligenza Artificiale e non lo saprete. Possiamo avere un panel sull'etica legata ai documentari in un altro momento".
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In un articolo di GQ Neville aveva inoltre spiegato: "Dovevamo inoltre capire quale fosse il tono di voce migliore. La sua voce quando parlava o quella da 'narratore', che è cambiata in modo enorme nel corso degli anni". Neville ha però assicurato di aver consolato la vedova della star della televisione per avere l'approvazione della sua famiglia: "Mi hanno risposto che Tony sarebbe stato d'accordo. Non stavo facendogli pronunciare delle parole che non ha scritto. Stavo solo cercando di dare vita a quello che ha scritto".