Lo scorso sabato 19 Settembre, nella rubrica Il Sabato del Villaggio, a pagina 36 di Repubblica, il giornalista Giovanni Valentini invocava la censura per la serie Angel, in onda in fascia pre-serale su Rai4, definendola "un orripilante telefilm americano a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri", aggiungendo che la sua trasmissione "non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico".
La risposta del presidente di RaiSat e direttore di Rai4, Carlo Freccero, è stata diffusa ieri sul blog della rete e difende le scelte di palinsesto, chiedendosi se sia coerente difendere la libertà di stampa, come da raccolta di firme organizzata dallo stesso illustre quotidiano, ed allo stesso tempo invocare la censura.
"Spiace vedere che sia sempre la parte "progressista" la più conservatrice." Continua Freccero, "Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l'immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l'immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l'immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l'archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi."
In chiusura, il direttore sottolinea il valore delle nuove produzioni televisive: "La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari."
Riportiamo la polemica a titolo informativo, ma permetteteci una riflessione in chiusura: a chi di televisione, americana e non, vive tutti i giorni fa sorridere che si attacchi una serie come quella di Joss Whedon, sia per la qualità che la contraddistingue, che mal si sposa con il titolo La televisione senza qualità usato per la rubrica di Repubblica, sia perchè ci sembra anacronistico oggi, nell'epoca di Twilight, True Blood e The Vampire Diaries (che tra l'altro ha debuttato in USA con un interessante successo di pubblico), attaccare il vampiro più innocente e buono della televisione, che non ha suscitato grandi scandali nemmeno alla sua prima trasmissione, iniziata dieci anni fa e terminata da cinque.
L'impressione è che Giovanni Valentini abbia scelto un bersaglio a caso per allargare il suo discorso ad un ambito più puramente socio-culturale, ma che il vero fulcro della polemica sia sulla natura, più o meno condivisibile, degli investimenti e dei tagli operati dall'azienda (tra cui la discutibile scelta di uscire dalla piattaforma Sky) e la mancata introduzione del sistema di rivelazione Qualitel, previsto dal contratto di servizio con lo Stato per il triennio 2007-2009.
Ci auguriamo auguriamo che queste polemiche non influenzino la libertà di scelta dei vertici Rai, così come quelli di qualunque altra rete televisiva italiana e non, e vi giriamo l'appello che chiude l'intervento di Freccero:
"Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l'animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all'identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di "La Repubblica" o scrivi a "La Repubblica" facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti."