L'attrice Alicia Witt deve ringraziare Al Pacino per quella che definisce la migliore lezione che ha imparato nel suo mestiere. Prima di lavorare con il Premio Oscar nel thriller 88 Minuti, la Witt voleva prendere confidenza davanti alla macchina da presa e far catturare la sua prima reazione. Tutto è cambiato durante le riprese di una scena in cui lei e Pacino si imbattono in un cadavere.
Considerando che era la prima volta che il suo personaggio, l'assistente didattica Kim Cummings, vedeva un cadavere, la Witt voleva far catturare alla macchina da presa la sua reazione alla macabra vista. Ma era così agitata che quando ha visto quel cadavere ha avuto un vero attacco di panico.
Provvidenziale Al Pacino
L'attrice di Orange is the New Black ha iniziato a sudare, avere tremori dalla testa ai piedi, pianto, iperventilazione e perdita dei sensi. La Witt ricorda quel momento: "Ero lì con Al e non riuscivo a ricordare nessuna delle mie battute. E le telecamere stavano girando. Al mi ha quindi dato un paio di schiaffi sulle guance, esattamente come avrebbe fatto il suo personaggio per scuotere l'assistente".
"Il trucco ha funzionato. Mi sono ripresa e ho continuato a girare la scena. E poi ci siamo seduti e abbiamo aspettato mentre si preparavano per la ripresa successiva. Io ero seduta lì pensando che ero riuscita a fare una cosa piuttosto incredibile, senza volerlo. Quello che non avevo capito in quel momento, era che quanto accaduto non andava bene per il film".
Il film, diretto da Jon Avnet e scritto da Gary Scott Thompson, segue il dottor Jack Gramm, interpretato da Pacino, mentre riceve l'inquietante minaccia di avere a disposizione solo 88 minuti per salvare la propria vita. Verso la fine di una storia così avvincente, l'attrice ha osservato quanto il suo attacco di panico sia stato proprio fuori luogo: "Non si vuole vedere Kim che ha un attacco di panico. Si vuole capire chi sta cercando di uccidere il personaggio di Al. Deve muoversi, è un thriller da popcorn. Non si tratta di un dramma profondo".
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La star de Il Padrino ha spiegato alla Witt che la sua reazione emotivamente drammatica non era necessaria per questo particolare progetto: "Non devi ridurti così". L'attrice ha poi chiuso, soffermandosi sulle parole di Al Pacino: "Non era come se mi stesse sgridando o facendo la predica. Mi ha insegnato molto di più in quel momento di quanto avrebbero potuto fare decenni di lezioni di recitazione. E ha cambiato completamente e per sempre il mio modo di pensare in scena. Entrare e uscire dal personaggio è diventato molto più facile da quel momento in poi".