Alessandro Borghese 4 Ristoranti stasera su Sky Uno: le colline di Asti nella seconda puntata

Alessandro Borghese 4 Ristoranti torna stasera su Sky Uno e NOW alle 21:15 con un nuovo appuntamento: nella seconda puntata si va sulle colline di Asti.

Alessandro Borghese 4 Ristoranti riprende il viaggio, stasera su Sky Uno alle 21:15 e in streaming su NOW, verso la destinazione della nuova sfida dello show prodotto da Sky e realizzato da Banijay Italia.

Nella seconda puntata Alessandro Borghese ci porterà alla scoperta delle colline di Asti, un territorio che è talmente ricco di vitigni di celebri vini e spumanti, di antiche ricette e di così tanta bellezza da essere considerato patrimonio dell'umanità. In questa zona la cultura del bere e mangiare è profonda, tanto da aver dato origine ad alcuni piatti che sono veri e propri capolavori di una delle cucine più importanti d'Italia, quella piemontese: su tutti, gli agnolotti del plin, la bagna cauda, la finanziera e la torta di nocciole, tra i simboli intramontabili del Piemonte. Questi piatti hanno avuto origine e sono ancora oggi presenti nelle cucine dei ristoranti, degli agriturismi e delle osterie che sorgono sui bricchi ma anche nei paesini dei dintorni, che sono spesso base di partenza per una gita tra questi tesori paesaggistici e ambientali.

E saranno proprio gli agnolotti del plin, forse il piatto principe della cucina locale, l'oggetto della categoria Special su cui i quattro ristoratori in gara saranno chiamati a votare - con un punteggio da 0 a 10 - insieme a location, menu, servizio, conto del ristorante che li ospita, secondo il meccanismo alla base della sfida che è diventata non solo un appuntamento fisso per il pubblico, un vero e proprio cult della televisione italiana, ma anche un'abitudine, con la tradizionale pagella da stilare a fine pasto.

I ristoranti della puntata:

  • La Signora in Rosso: il ristorante si trova a Nizza Monferrato, definita "il campo base per raggiungere i bricchi dell'astigiano" dal ristoratore Fabio Fassio (che viene spesso scambiato, soprattutto al telefono, per il noto conduttore). Un po' di spettacolo, a dire il vero, scorre anche nelle sue vene: Fabio, infatti, ha fatto l'attore teatrale per tanti anni, e ha portato questa sua passione anche dentro La Signora in Rosso, dove in una delle sale campeggia un piccolo palco in cui a volte si esibisce mentre serve ai tavoli. Il locale si trova nelle antiche cantine di un palazzo signorile del '400 ed è un tempio della cucina astigiana dove Fabio mixa la tradizione con qualche colpo di creatività come il sushi piemontese con carne di Fassona cruda. Le 3 sale principali sono coperte da tradizionali volte a botte in mattone rosso e in tanti "crottini" o nicchie che Fabio ha trasformato in angoli appartati per le coppiette che non vogliono essere disturbate. Su una delle pareti della sala teatro è presente una "Fuga di pagine", centinaia di pagine di libri salvate dal macero che Fabio porta sempre con sé in tutti i suoi ristoranti e che rappresentano un modo diverso, come il palco per recitare, per "circondare i clienti di cultura".
  • Premiata Osteria dei Fiori: sorge sulla cima del bricco Fiore, "il mio eremo, per raggiungerlo devi conoscerlo. I clienti lo chiamano Bricco Fuori, e non Fiori, perché è un posto anomalo", dice Daniela. È anomalo perché sperduto nel verde e perché è pervaso dall'anima eclettica, artistica e passionale di Daniela, pittrice, insegnante di equitazione e, soprattutto, chef. Lavora con il figlio Riccardo: in cucina lei è l'istinto e lui l'accademia. Daniela propone un menù ricco, che cambia stagionalmente seguendo fedelmente i prodotti del territorio e le ricette di una volta: definisce la sua cucina "semplice, contadina, senza tanti fronzoli ma fedelissima alla stagionalità, il mio baluardo da 21 anni". E quindi in tavola arrivano il vitello tonnato come si faceva nell''800 e i ravioli del plin serviti su un fazzoletto di lino. L'osteria è circondata dai boschi e dal verde. Ha delle camere staccate dalla zona ristorante, la casa privata di Daniela e la sala del locale, arredata dai suoi grandi quadri e dai tavoli di legno massiccio: un mix di rustico e ricercatezza un po' kitsch e un po' retrò. All'esterno, in primavera ed estate, posiziona alcuni coperti davanti alla piscina e sul terrazzo esterno a strapiombo su bricco Fiore.
  • Agriturismo Le Tère Rüse: Gregorio è parigino di nascita che si sente un vero piemontese, sua padre è di Torino, alla finale dei Mondiali del 2006 era l'unico francese con la maglia degli Azzurri e, soprattutto, perché "i prodotti gastronomici sui bricchi sono i migliori del mondo". Per lui trasferirsi in Italia cinque anni fa "è stata una libération". Appassionato di vino italiano (ha convinto la moglie Stephanie ad abbandonare lo champagne per lo spumante), nel suo agriturismo, dove si occupa della sala, propone una cucina contadina e del territorio in chiave moderna: "meno pesante - assicura - senza troppo olio e più leggerina", quindi la bagna cauda ha meno aglio, le lumache non sono in umido ma gratinate, i ravioli conditi con salse più ricercate. Gregorio è molto puntiglioso ed è mosso da un unico motto: "Qualità, qualità, qualità". L'agriturismo si trova in cima a un bricco, circondato dai vigneti di Gregorio. Ha una enorme anfora in terracotta all'ingresso; in più, un'unica sala arredata - con gusto moderno, un po' shabby-chic - dalla mano elegante di Stephanie, sua moglie. In primavera allestiscono anche il dehors che si affaccia sui vigneti.
  • Enoteca Gastronomica Civico 15: sorge sul punto panoramico sui bricchi di Canelli e affaccia sul paesaggio dei bricchi. Manuela è una chef dal carattere forte, da alcuni soprannominata "il generale" per precisione e pignoleria e ammette: "Qui faccio tutto io insieme al mio compagno: se non ci fosse, lo farei ugualmente". È indubbiamente l'anima del suo locale, aperto all'interno di un ex carcere medievale. La cucina di Manuela è contadina e vignaiola: estimatrice dei prodotti del territorio, serve piatti tipici come i tajarin, il maialino al Moscato e il carpione all'astigiana. Nei dolci inserisce qualche tocco siciliano per onorare le origini della mamma che l'aiuta in cucina. Ricavata dentro a un edificio del 1300, l'enoteca è molto curata nei dettagli: un'unica sala arredata con vari stili, si trovano sia il tovagliato bianco sia le tovagliette più spartane, oggetti antichi e moderni. Un mix che rispecchia perfettamente la personalità di Manuela.