Agente 007, dalla Russia con amore, secondo capitolo del franchise cinematografico di James Bond, ha un nesso particolare con la figura di John F. Kennedy, l'allora presidente americano che morì poco dopo l'uscita del film nelle sale americane e inglesi, e riuscì a vederlo poco prima del suo fatidico viaggio a Dallas.
Per l'esattezza, fu proprio Kennedy a influenzare la scelta dei produttori su quale dovesse essere il sequel di Agente 007, licenza di uccidere, uscito nell'autunno del 1962. Il presidente americano, intervistato dalla rivista Life, aveva citato l'avventura russa di James Bond come uno dei suoi dieci romanzi preferiti di sempre, e così si decise di rendere Agente 007, dalla Russia con amore il secondo film della serie cinematografica (il libro è la quinta avventura del Bond letterario, seguita dal suo scontro con Dr. No). Inoltre, stando a una biografia di Kennedy, egli assistette a una proiezione del film alla Casa Bianca il 20 novembre 1963, e fu l'ultimo lungometraggio che vide prima di essere assassinato in Texas.
Un dettaglio curioso per quello che, per molti versi, è il primo "vero" film di Bond, a livello di elementi ricorrenti introdotti nella pellicola: in questa sede fanno il loro debutto, infatti, la sequenza prima dei titoli di testa (un'idea del montatore), le scene in elicottero, i gadget, una canzone con testo durante i credits iniziali, il personaggio di Blofeld, la versione di Q interpretata da Desmond Llewelyn (che rimase nella parte fino al 1999) e la scritta "James Bond ritornerà" nei titoli di coda, che fino al 1983 includeva anche il titolo del film successivo (dato che uscivano ogni anno o ogni due anni). C'è anche l'esordio ufficiale della SPECTRE, scelta dai produttori come organizzazione antagonista al posto dei russi nella speranza che la Guerra Fredda giungesse al termine già negli anni Sessanta.