All'età di 83 anni è scomparso il noto critico cinematografico Adriano Aprà, dopo una vita dedicata interamente al mondo del cinema in diverse vesti. Da giornalista ad attore e regista, Aprà ha vissuto diverse epoche del grande schermo, impegnandosi a fondo nella sua attività culturale per riviste e festival.
Romano, fratello dell'attore Pier Luigi, Adriano Aprà ha costruito la propria carriera intorno alla settima arte, dedicandosi alla saggistica e all'organizzazione di eventi dedicati al cinema. Fondò la rivista Cinema e Film e dedicò diverse opere letterarie a nomi celebri come Roberto Rossellini, Ermanno Olmi, Marco Bellocchio e Bernardo Bertolucci. Tra i testi pubblicati spiccano saggi sul cinema sudcoreano, sulla Nouvelle Vague e sulla storia del documentario, un genere che ha affrontato anche in altri ruoli.
Cinema a tutto tondo
Aprà ha approfondito il proprio amore per lo schermo anche da attore per monumenti della regia come Bernardo Bertolucci in Amore e rabbia, e Marco Ferreri in Dilliger è morto, Straub e Huillet in Othon e Francesca Archibugi in Questione di cuore. Da regista, ha lavorato al film Olimpia agli amici e al documentario Rossellini visto da Rossellini.
La Biennale di Venezia ha ricordato Aprà con queste parole:"Il Presidente, il Direttore generale, il Direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e La Biennale di Venezia tutta ricordano con stima e affetto il grande critico e storico del cinema Adriano Aprà. Componente della __commissione di esperti della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica dal 1988 al 1991, ha curato per la Mostra diretta da Carlo Lizzani memorabili retrospettive quali Il cinema di Kenji Mizoguchi nel 1980, e Il cinema di Howard Hawks, 1926 - 1940 nel 1981, insieme a Patrizia Pistagnesi. Nel 1982 ha curato l'imprescindibile volume storico Cinquant'anni di cinema a Venezia, insieme a Patrizia Pistagnesi e Giuseppe Ghigi".
Alberto Barbera ha dedicato un messaggio alla scomparsa di Aprà:"Adriano Aprà è stato una delle figure di riferimento della Nuova Critica Cinematografica italiana che ha contribuito in prima persona a innovare, aprendola alle coeve esperienze che stavano profondamente modificando il modo di interpretare il cinema e di realizzare i film in tutto il mondo. Per un'intera generazione di spettatori, alla quale anch'io appartengo, è stato un maestro e un interlocutore privilegiato, grazie alla rivista 'Cinema & Film' (che aveva contribuito a fondare), alla direzione del Filmstudio di Roma e dei festival di Salsomaggiore e Pesaro, alle numerose pubblicazioni, al prezioso lavoro sulla memoria del cinema e all'impostazione rigorosa dei lavori di restauro. Mi piace infine ricordare che ha realizzato due retrospettive straordinarie nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia - Howard Hawks, Kenji Mizoguchi, con i relativi cataloghi - che ancora oggi rappresentano un modello di completezza e accuratezza critica.Un grande intellettuale che ha fatto della passione per il cinema la missione di una vita e di cui avvertiremo enormemente la mancanza".