Si è spento oggi a Roma all'età di 97 anni Arnoldo Foà, grande protagonista del cinema, della tv e del teatro italiano del '900. Foà, attore, regista, ma anche doppiatore, scultore, pittore e poeta, era nato a Ferrara il 24 gennaio 1916 e si era poi trasferito a Firenze con la famiglia dove aveva intrapreso gli studi di economia. La passione del cinema lo coglie appena ventenne quando decide di trasferirsi a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia. Le sue origini ebraiche gli impediscono di lavorare sotto il fascismo e dal 1938 è costretto a recitare a teatro usando nomi falsi. Nel 1943 si rifugia a Napoli, dove diviene capo-annunciatore della Radio Alleata. Sarà la sua la voce che annuncerà l'armistizio con gli Alleati l'8 settembre 1943.
Una carriera lunghissima quella di Arnoldò, Foà costellata di titoli prestigiosi e di continui passaggi dalla radio al teatro e al grande schermo, per poi approdare anche in televisione. Dopo le collaborazioni degli anni '30 -'40 con Mario Camerini, Alessandro Blasetti, Raffaello Matarazzo e Mario Mattoli (che lo vuole in Totò sceicco e Il vedovo allegro), è la volta di Mario Monicelli (Totò e Carolina), Orson Welles (Il processo), Tony Richardson (Il marinaio di Gibilterra) e Luigi Filippo D'Amico (L'arbitro, Il domestico). A teatro Foà ha lavorato con registi come Luchino Visconti, Luigi Squarzina, Luca Ronconi e Giorgio Strehler. Le sue ultime apparizioni sul grande schermo risalgono al 2009, anno in cui ha recitato in Le ombre rosse di Citto Maselli e in Ce n'è per tutti di Luciano Melchionna.