Un anno triste per l'horror. Dopo George A. Romero ci lascia anche Tobe Hooper, autore di uno dei cult più splatter che si siano visti sullo schermo, Non aprite quella porta, che nei primi anni '70 diede il via ad una delle saghe più celebrate e longeve del genere horror. Hooper aveva '74 anni e si è spento ieri a Sherman Oaks, in California.
Prima di esordire nella regia con il suo ormai leggendario cult, Tobe Hooper aveva lavorato principalmente come insegnante e come cameraman di documentari, poi dopo la deludente esperienza dell'esordio del 1969 con Eggshells, film di fantascienza a basso costo che non riscosse grandi consensi, mise su un piccolo cast nel quale erano presenti professori e studenti del college e girò il film che l'avrebbe reso famoso. Liberamente ispirato alla storia di Ed Gein - un serial killer che terrorizzò l'America negli anni Cinquanta e che ispirò anche Psycho, il romanzo di Robert Bloch - Non aprite quella porta fu scritto assieme a Kim Henkle e interpretato, tra gli altri da Marilyn Burns. Con i medesimi attori e con Robert Englund, il futuro Freddy Krueger, Hooper realizzò nel 1977 un altro efferato slasher, Quel motel vicino alla palude, questa volta ispirato al serial killer Joe Ball, ottenendo di nuovo numerosi apprezzamenti.
Successivamente gli venne affidata la regia di The Dark un thriller fantascientifico su un alieno che uccideva le proprie vittime di notte, ma dopo soltanto tre giorni fu licenziato per "divergenze artistiche" e fu sostituito da John 'Bud' Cardos. Nello stesso anno, il 1979, tuttavia Hooper riscosse un grandissimo successo con il televisivo Le notti di Salem, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, e interpretato anche da James Mason.
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Seguì nel 1981 lo slasher Il tunnel dell'orrore, ambientato in un inquietante parco di divertimenti, cui si aggiunse l'anno seguente un'altra pietra miliare dell'horror anni '80: Poltergeist: demoniache presenze, prodotto da Steven Spielberg. Va detto che nel caso di Poltergeist il contributo creativo di Spielberg fu importante, tanto che in seguito è stato confermato (anche da addetti ai lavori) che si trattò a tutti gli effetti di un film di Spielberg.
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Nonostante il successo di Poltergeist (che si rivelò un film "maledetto", in quanto ben quattro interpreti, tra cui la giovane bambina protagonista, sono deceduti) passarono tre anni, prima che Hooper tornasse dietro la macchina da presa. Nel 1985, infatti, il regista firmò un contratto di tre anni con Menahem Golan e la sua Cannon Films, durante i quali diresse Space Vampires, tratto da un racconto di fantascienza, Invaders, ispirato ai un classico degli anni Cinquanta, e il deludente sequel Non aprite quella porta - parte 2, interpretato da Dennis Hopper, ma caratterizzato da un eccesso di humour grottesco e nero.
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Da allora Hooper ha firmato il thriller paranormale I figli del fuoco, ha diretto due film con Robert Englund, il televisivo Le notti proibite del Marchese De Sade, thriller erotico nel quale l'attore veste i panni del Divin marchese, e il mediocre The Mangler, la macchina infernale, anche questo tratto da un racconto di King. Gli anni Novanta terminano con altri prodotti televisivi non memorabili, come Vestito che uccide, film su un vestito demoniaco di origine azteca e interpretato da Anthony Perkins; Haunted lives: true ghost stories; Un filo nel passato; The Apartment Complex, e Crocodile, incentrato su un gigantesco coccodrillo che fa incetta di teenager. A questi lavori si aggiungono anche alcuni episodi di serie tv horror come Freddy's Nightmares, Dark Skies - Oscure presenze, I racconti della cripta; e Body bags - Corpi estranei, realizzato insieme a John Carpenter.
Il nuovo millennio si apre all'insegna del remake di Non aprite quella porta a opera di Marcus Nispel, cui è seguito anche il reboot Non aprite quella porta: l'inizio di Jonathan Liebesman, nei quali Hooper ha partecipato in qualità di produttore.
Come regista, invece, è stato più attivo nel piccolo schermo, dove ha realizzato il pilot dell'apprezzata serie di fantascienza Taken, ha diretto alcuni episodi della serie Night Visions, incentrata su storie soprannaturali, e ha curato due film televisivi della serie Masters of Horror, ideata da Mick Garris, Dance of the dead e The Damned Thing. Per il cinema ha invece realizzato nel 2003 Toolbox Murders, remake di uno slasher di culto degli anni Settanta, considerato una delle sue opere migliori degli ultimi anni, cui è seguito nel 2005 Il custode, thriller ambientato in un cimitero.