La vera protagonista di Achille Tarallo sembra essere, ancora una volta, la città di Napoli, spesso rappresentata come fortemente stereotipata ma puntualmente in grado di fornire nuovi esempi all'aura leggendaria che la caratterizza. Ad esempio, durante le riprese del film di Antonio Capuano con Biagio Izzo e Ascanio Celestini, è stata proprio la città a fornire un episodio su un "intruso" sul set, assai ironico e rimasto impresso nella memoria dei suoi interpreti.
Achille Tarallo racconta la storia dell'omonimo autista di autobus di Napoli che sogna il successo come cantante in lingua italiana piuttosto che napoletana. Achille, infatti, si dedicata alla traduzione in italiano di testi dialettali perché crede che la prima lingua equivalga ad una sorta di abito da sera. Il suo partner musicale è Café, autore dei testi che canta, mentre l'impresario dei due è l'assurdo Pennabic, romano impelagato con la camorra. Con Fred Bongusto come nume tutelare, i tre sono convinti di poter arrivare lontano grazie al loro talento. Tuttavia, l'unica strada che Achille continuerà a percorrere ancora per molto tempo sarà soltanto quella che collega i quartieri popolari di Napoli con il suo autobus.
In occasione di un'intervista con Repubblica, Biagio Izzo ha ricordato un episodio particolare avvenuto durante le riprese di Achille Tarallo. L'attore ha dichiarato: "Una mattina, mentre giravamo, è accaduta una cosa incredibile. Io continuavo a guidare il mio bus dalla periferia settentrionale alla stazione Centrale. Prima del ciak, però, ci accorgiamo che a bordo c'è un anziano che non fa parte della troupe". Immediatamente il regista ha chiesto all'anziano chi fosse e cosa ci facesse sul set e l'uomo ha risposto: "Sto aspettando da tanto. Questo autobus non va alla stazione?". Al che, Antonio Capuano ha risposto: "Ok, la portiamo alla Centrale. Ma noi giriamo. Lei, per favore, muto e legga il giornale". Insomma, ancora una volta, Napoli si conferma come una città irrimediabilmente legata all'arte drammatica e all'ironia.