Un dettaglio unisce Achille Lauro e Jared Leto ed è un fiore, sfoggiato da entrambi all'occhiello in due occasioni recenti e ugualmente "ufficiali": il primo mercoledì sera a Sanremo, nell'omaggio a Mina, il secondo nella cerimonia da remoto degli ultimi Golden Globe.
Molto più di un semplice orpello, quel fiore denuncia anzitutto la provenienza di entrambi i completi - color cammello per Leto, azzurro polvere per Achille Lauro -, disegnati da Alessandro Michele, direttore creativo della maison Gucci.
Due accessori molto apprezzati dai fan, che nel caso dell'attore americano hanno espresso non solo tutta la propria sorpresa nel trovarlo così elegante in collegamento dal Nevada, ma hanno anche ironizzato parecchio proprio sul fiore all'occhiello e sulle sue dimensioni, che non l'hanno certo fatto passare inosservato.
Look apprezzatissimo anche nel caso di Achille Lauro, che ha catturato l'attenzione di tutti soprattutto grazie alla treccia rossa in formato maxi, tributo a Mina e alla copertina dell'album Rane Supreme del 1987, omaggio all'animo rock'n'roll dell'artista ma soprattutto rievocazione di una presa di posizione contro tutti gli stereotipi della mascolinità tossica.
Un messaggio, quest'ultimo, condiviso proprio da Jared Leto, considerato ormai, in fatto di estetica ma non solo, insieme a personaggi come Harry Styles, Timothée Chalamet e proprio Achille Lauro, icona dello stile gender fluid, che rifiuta cioè di aderire forzatamente alle identità binarie di maschio e femmina, con tutto ciò che, in maniera convenzionale, caratterizza entrambe.
Quello stile di cui proprio "mister Gucci" Alessandro Michele è considerato un caposcuola.