A Quiet Place - Giorno 1: ecco il parere di Stephen King sul prequel, promosso o bocciato?

Il celebre scrittore ha visto il prequel del franchise horror e ha postato immediatamente la sua recensione sui social

Lupita Nyong'o

Stephen King ha condiviso la sua recensione di A Quiet Place - Giorno 1, prequel del franchise Paramount, uscito nelle sale lo scorso weekend, affrontando la dura concorrenza di Inside Out 2.

Tuttavia, almeno negli Stati Uniti, il film è riuscito a ottenere il miglior weekend di apertura del franchise e ha ricevuto recensioni ampiamente positive da parte della critica. Sembra che King sia d'accordo con questo largo consenso. Il romanziere ha twittato la sua sincera reazione al film, sottolineando alcune delle sue maggiori attrattive.

Nel suo tweet, King ha definito A Quiet Place - Giorno 1 "un raro e grande film di Hollywood che è sia intimo che strutturato". Ha poi aggiunto: "E il gatto ruba la scena", facendo riferimento al felino "protagonista" della pellicola. Su queste pagine potete recuperare la nostra recensione del film.

In superficie, A Quiet Place - Giorno 1 sembrava una scommessa piuttosto facile per Paramount, e King ha ragione nel definirlo un "grande film di Hollywood". Proviene da un franchise consolidato e ha un cast di star di prim'ordine con la vincitrice dell'Oscar Lupita Nyong'o e l'emergente promessa di Stranger Things Joseph Quinn (che tra un anno vedremo in Fantastic Four). Tuttavia, il film si prende comunque dei rischi e si distingue da operazioni simili.

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Il cast relativamente piccolo di A Quiet Place - Giorno 1 è una delle sue più grandi scommesse, con dimensioni simili a quelle dell'originale di John Krasinski. Come in quel film, vive o muore grazie alla capacità del pubblico di entrare in sintonia con i personaggi e di investire nelle loro storie, il che contribuisce all'intimità a cui King fa riferimento nella sua recensione.

Non è una coincidenza che molti critici abbiano definito le interpretazioni della Nyong'o e di Quinn come un punto di forza del film, in quanto sono fondamentali per far sì che la storia funzioni così bene.