Fa uno strano effetto ritrovarsi a passeggiare fra gli archi e le scalinate di palazzo Rivaldi quando in realtà si è nel bel mezzo del Teatro 5 di Cinecittà. Questa, tuttavia, è una delle location scelte da Ferzan Ozpetek per girare il suo Cuore sacro, il suo nuovo film la cui uscita è prevista per il 25 febbraio. Fra un "motore, azione!" e l'altro si nota l'attenzione minuziosa ai particolari, dall'oggettistica degli interni alle riprese. Ozpetek spende venti minuti per ripetere l'inquadratura dell'ombra proiettata da un quadro su mura rosse piene di scritte graffiate da una mano che, ricordando una scena di "Cast Away", sembrerebbe appartenere ad una persona mentalmente disturbata (un dubbio che il regista non vuol toglierci).
La sceneggiatura a quattro mani firmata Ozpetek e Gianni Romoli, racconta la storia di una donna, tale Irene Rivelli (Barbora Bobulova), che eredita dal padre un'impresa immobiliare e fa di questo lavoro la sua unica ragione di vita (di qui la logica spietata del fine che giustifica i mezzi), aiutata dalla zia Eleonora (Lisa Gastoni, di nuovo sul grande schermo dopo ben venticinque anni d'assenza). Quando ottiene il dissequestro dell'antico Palazzetto di famiglia, tuttavia, Irene si trova suo malgrado coinvolta nella scoperta di un passato a lei ignoto, la vita della defunta madre, la cui stanza (quella delle mura rosse!) dopo trent'anni è rimasta intatta come fosse ancora abitata.
Un film sulla sacralità che è in ognuno di noi, un viaggio alla riscoperta di se stessi, un cammino iniziatico che partendo dal cinismo porta paradossalmente nel più "folle" altruismo. Questo è il nuovo film di Ozpetek.