Il Premio Fiesole ai Maestri del cinema sarà consegnato a Dario Argento il 19 luglio al Teatro Romano di Fiesole (Firenze). Il prestigioso riconoscimento è conferito dal Gruppo toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, dal Comune di Fiesole in collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana, nell'ambito della 68/ma edizione dell'Estate Fiesolana.
Il programma prevede alle 18.30 una tavola rotonda (a ingresso libero) con il regista Dario Argento e gli ospiti Marta Gastini (attrice in Dracula 3D), Francesco Bianconi (cantante e autore del romanzo La resurrezione della carne) e Claudio Simonetti. Seguirà la presentazione del libro sul regista italiano curato proprio dal gruppo toscano del Sncci (ingresso libero).
Alle 21.30 si terrà il concerto di Claudio Simonetti dei Goblin, a 40 anni dalla pubblicazione dell'album Profondo rosso, musiche del film cult di Argento. La cerimonia di premiazione si terrà alle 22.15 e a seguire e la proiezione di Profondo Rosso, del 1975, nell'edizione digitale restaurata a cura del Csc-Cineteca Nazionale, con la supervisione di Luciano Tovoli (ingresso 10 euro, ridotto 7 euro per concerto e film).
"Da molti anni anche un autore eccentrico, eccessivo, provocatorio come Dario Argento - ha spiegato Giovanni Maria Rossi, direttore artistico del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema - apparentemente confinato nei limiti di uno o due generi cinematografici - il giallo e l'horror, per semplificare - molto amato dal pubblico giovanile di tutto il mondo ma guardato con sospetto e ostilità da gran parte della critica soprattutto italiana, ostinata erede del neorealismo, era entrato nel mirino del Premio Fiesole. Anche all'interno del Sncci permaneva, prima di una scelta convinta e maggioritaria, una divisione più o meno generazionale tra quanti ne avevano seguito la formidabile parabola ascendente fin dagli anni '70, non sempre convinti della sua autorialità, e quanti lo avevano riletto con passione negli anni 2000 quando la sua creatività sembrava appannarsi o quanto meno diradarsi. Oggi siamo certi che allargare il Premio ai Maestri del Cinema a una personalità debordante e complessa come quella di Argento, che nella sua recentissima autobiografia, Paura (Einaudi, 2014) ha ripercorso lucidamente tutte le tappe, le suggestioni e le ossessioni che fin da giovanissimo lo avevano immerso nell'universo fantastico del cinema, sia non solo un recupero critico doveroso di un esponente "rivoluzionario" della generazione dei Bellocchio e dei Bertolucci, ma anche la scoperta di una vena creativa sotterranea, sulfurea, visionaria che si è nutrita di arte, di letteratura e di immagini filmiche per restituire, con un linguaggio originale e sofisticato, i turbamenti e gli incubi individuali e collettivi che da oltre quarant'anni serpeggiano ovunque nella contemporaneità".