La prima retrospettiva italiana dedicata a Nicolas Klotz e Elisabeth Perceval, sarà uno degli eventi speciali del 62° Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, che si terrà a Firenze dal 20 al 28 novembre.
La coppia sarà nel capoluogo toscano per presentare i loro film, incontrare il pubblico e partecipare a tavole rotonde e workshop. Dal titolo "Frontiere in fiamme", l'omaggio curato da Daniela Persico presenterà una selezione di 15 opere, a partire dall'anteprima italiana di Nous disons révolution (2021) per poi spaziare dagli esordi di Paria (2000) e La blessure (2004), passando per film di grande successo come La question humaine (2007, protagonista Mathieu Amalric) e Low Life (2012), e per progetti più sperimentali come Mata Atlantica (2016) e Saxifrages (2020), fino alle intersezioni con il teatro con la trilogia Project Castellucci (2015), realizzata in collaborazione con Murmuris, e Hamlet en Palestine (2017).
"Sono molto orgoglioso di portare al Festival dei Popoli e per la prima volta in Italia l'opera di due cineasti radicali e dalla forte vocazione civile - spiega Alessandro Stellino, direttore artistico del Festival - perché significa anche fare giustizia al fatto che nessun loro film sia mai stato distribuito nel nostro paese. Inoltre non si tratta di documentaristi puri, ma di registi che indagano la realtà e il nostro stare al mondo come corpi politici e sociali in una straordinaria varietà di forme, dal documentario alla finzione, passando per l'arte installativa e il teatro filmato, e questo è molto in linea con il nuovo orientamento che stiamo dando al Festival. Il loro cinema è un tuffo abissale nel cuore del contemporaneo, un'arte capace di reinventarsi costantemente, traendo linfa vitale dalla materia incandescente e sotterranea che scorre sotto e oltre il reale".
Attivi sia sul fronte del cinema documentario che di finzione, Klotz e Perceval hanno tessuto nel corso degli anni un'opera cinematografica rara e preziosa, formalmente variegata e in cui coesistono resistenza politica ed evocazione poetica. Al centro del loro lavoro c'è la consapevolezza di uno stato di guerra perenne in tempo di pace, il confronto con l'esperienza della violenza sociale, politica, economica, così come i temi dell'ospitalità e dell'integrazione razziale.
"La questione delle frontiere per noi è centrale - spiegano in una nota Klotz e Perceval, - tra formati, generi, budget, ma anche tra film già realizzati e quelli in corso, perché ci sembra interessante vedere ciò che transita da un film all'altro, tra uno e l'altro, senza ordine né gerarchie di tempo o di formato. La nostra attuale filmografia, composta da una cinquantina di film, non è né finita né fissa: è un lavoro in corso da tre decenni, una cartografia dei tentativi che stiamo esplorando per filmare il presente e allo stesso tempo fare i conti con la Storia che ci ha preceduto e ciò che stiamo lasciando alle prossime generazioni. Il nostro è un cinema 'post-documentario', la cui missione è di rendere visibile ciò che la politica, l'amministrazione burocratica e il potere poliziesco stanno cercando di far scomparire. Si tratta di fare cinema per restaurare la realtà".
Il programma della 62esima edizione presenta lo storico Concorso Internazionale (18 film tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia) e il Concorso Italiano (7 i titoli, tutti inediti assoluti, per un viaggio appassionante nell'Italia dei nostri giorni). Ci saranno poi numerosi Eventi Speciali (i film spettacolari per il grande pubblico); la sezione Let the Music Play dedicata al documentario musicale; il focus dedicato all'ambiente con i film di Habitat e la sezione rivolta ai giovani spettatori e alle famiglie, Popoli for Kids and Teens.
La 62/ma edizione del Festival dei Popoli è realizzata con il contributo di MiBACT - Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Sistema Toscana.