Intervistato da E!News, l'attore Michele Morrone ha risposto alle tante critiche rivolte contro il film Netflix che lo vede protagonista, 365 giorni che nei giorni scorsi era stato accusato di glorificare la violenza sessuale: "Il pubblico sa che è un'opera di fantasia" ha detto l'attore.
Non è passato di certo inosservato il rilascio del film diretto da Barbara Białowąs e Tomasz Mandes che, in seguito al rilascio nei cinema polacchi e britannici a febbraio, è stata distribuita a livello internazionale su Netflix. Pochi giorni e 365 giorni è divenuto il titolo più visto della piattaforma streaming, in barba alle tantissime critiche ricevute da parte della critica e ai record negativi registrati su Rotten Tomatoes (percentuale di gradimento dello 0%) e IMDb (è rientrato tra i 100 film con più recensioni negative di sempre).
La bocciatura non ha riguardato soltanto il reparto tecnico del film ma soprattutto ciò che viene raccontato al suo interno, divenuto oggetto di numerose polemiche. La cantante Duffy, ad esempio, ha reso pubblica una lettera nella quale definisce 365 giorni un film "pericoloso" perché "trasforma in intrattenimento la realtà brutale dello sfruttamento sessuale, del rapimento e dello stupro".
Proprio a questo genere di critiche ha voluto rispondere la star del film, Michele Morrone, intervenuto nelle scorse sul celebre magazine americano. "È importante ricordarsi che si tratta di un'opera di finzione. Quando un pubblico guarda un film, sa bene che quello che vede sullo schermo non è reale" ha dichiarato l'attore che ha anche reso nota la sua speranza di vedere ridimensionate queste polemiche in futuro: "Confido nel fatto che il pubblico capisca che il film è una fantasia. Dobbiamo stare attenti a non limitare la creazione dell'arte".
Ricordiamo che 365 giorni parla di un boss mafioso, Massimo Torricelli (Michele Morrone), che rapisce una giovane donna (Anna-Maria Sieklucka) e la tiene in ostaggio per un anno esatto, periodo in cui tenterà di farla innamorare di lui. La cantante Duffy, nella sua lettera di accuse, raccontava proprio la simile esperienza drammatica che l'ha vista protagonista, durante la quale è stata rapita e stuprata. Michele Morrone ci tiene dunque a sottolineare che "questo film non intende assolutamente minimizzare la realtà della violenza sessuale nel mondo".
Prima ancora di diventare un film, 365 giorni è stato un libro di grande successo in Polonia. Nelle scorse settimane, Netflix ha annunciato il rinnovo del film per un sequel.