Nureyev - The White Crow è un film del 2018 diretto da Ralph Fiennes con Oleg Ivenko e Adèle Exarchopoulos. Durata: 122 min. Distribuito in Italia da Eagle Pictures. Paese di produzione: Regno Unito, Francia.
Flashback e andirivieni nel tempo (compresa la nascita, nel 1938, in un vagone della Transiberiana zeppo di giocatori, ubriachi e contadini), per raccontare il momento in cui, nel 1961, l’astro nascente del balletto russo Rudolf Nureyev, sfuggì in maniera rocambolesca al rimpatrio e si consegnò alla polizia di Parigi.
Pellicola biografica sul leggendario Rudolf Khametovich Nureyev, Lord of the Dance, il più grande ballerino classico della sua generazione e ancora oggi uno degli artisti più incisivi e rinomati di sempre. Oltre a una tecnica praticamente perfetta, Nureyev era anche un coreografo visionario, e di fatto dopo la sua defezione negli anni ‘60 diventò il Direttore del corpo di ballo dell'Opéra di Parigi e il suo capo coreografo. Il regista e lo sceneggiatore hanno lavorato a stretto contatto per portare sullo schermo il biopic, basato sulla biografia firmata da Julie Kavanagh. I due hanno discusso a lungo su come illustrare la vicenda, sentendo che incentrare il tutto sulla sua fuga all’Occidente sarebbe stato riduttivo per un personaggio del genere e infatti seguiamo tre periodi temporali di Nureyev: gli anni dell’infanzia alla fine degli anni ‘40, gli anni trascorsi a San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) dal ‘55 al ‘61 e infine il 1961 a Parigi. La trama del film è un intreccio di queste tre linee temporali che convergono all’aeroporto di Le Bourget nel giugno del 1961 quando Nureyev, spaventato e preoccupato, prende una decisione cruciale per la sua vita, ma la sua non fu mai una decisione politica ma sempre e soltanto per l’unica dea della sua vita: la danza.
Nel film assistiamo alla sua nascita, anch’essa un evento quasi leggendario, su un vagone della Trans-Siberiana, osserviamo la sua estrema povertà, l’inizio dei suoi studi e la tenacia quasi brutale della sua dedizione, il suo perfezionismo ossessivo e le prime performance al Teatro Mariinsky. Rudolf era un artista nato, cercava ispirazione ovunque, trascorreva ore nei musei circondato da opere che lo mesmerizzavano e come tutti gli artisti aveva una profonda vena di creatività e innovazione che ovviamente era fortemente ostracizzata nell’Unione Sovietica di quei tempi. All’epoca i ballerini non avevano un ruolo molto attivo nella danza classica, la parte del leone spettava alle ballerine, ma Rudi non accettava assolutamente quel tipo di mentalità, quand’era sul palco voleva l’attenzione intera del pubblico. La sua incredibile energia, l’espressività, la creatività cozzavano contro le rigide regole imposte dal balletto russo, che prevedeva delle parti stagnanti, immobili e legnose per i ballerini: paradossalmente nella danza i ballerini erano più che altro decorativi, dovevano sembrare eroici e virili e portare in giro le ballerine quando serviva.
Ovviamente Nureyev diventò subito famoso in patria e quando un rappresentante del tour francese lo vide danzare nella Leningrado degli anni ‘60 fece di tutto per convincere il governo a lasciarlo danzare a Parigi e così Rudi approdò nella Ville Lumière dove gli si aprì davanti un mondo intero di possibilità, scelte, libertà artistica ma anche personale. Rudi andò contro tutte le regole che gli avevano imposto, di non socializzare troppo, di frequentare solo un determinato tipo di persone, ma lui invece era incantato dalla potenzialità che aveva davanti. Al Kremlino già temevano una sua defezione, che sarebbe stata catastrofica dal loro punto di vista, considerata la sua fama, e cercarono di dissuaderlo e convincerlo a non tentare nulla di insensato. L’agente del KGB che accompagnava i ballerini cerca di parlargli e di fargli capire le conseguenze - pesanti - del suo gesto non solo per lui, ma per la sua famiglia, sua madre, le sue sorelle. Ma forse proprio questo atteggiamento possessivo e allarmante fu la goccia che fece traboccare il vaso e Nureyev rinunciò a tornare in patria all’età di ventitré anni. Ancora oggi tutti i ballerini, uomini e donne, parlano di lui come di un genio assoluto, che non avrebbe potuto esprimere tutta la sua creatività se fosse rimasto nell’ex Unione Sovietica.
Questa è la sinossi ufficiale distribuita da Eagle Pictures: “Il film racconta alcuni anni decisivi della vita del leggendario ballerino russo Rudolf Nureyev che, a soli 23 anni durante la sua prima tourné a Parigi, riuscì a sfuggire agli ufficiali del KGB e a chiedere asilo politico. Il regista Ralph Fiennes riesce a catturare l'anima ribelle e anticonformista di un'icona indiscussa della danza mondiale.“
Per chi, come chi scrive, danza ed è appassionato di danza da tutta la vita, non è semplice approcciarsi a una recensione di Nureyev - The White Crow. Il film diretto da Ralph Fiennes viene inevitabilmente visto attravers il filtro di un amore incondizionato, quello …
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(2.5 stelle su 5)
Attualmente Nureyev - The White Crow ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
Nureyev - The White Crow è stato accolto dalla critica nel seguente modo: sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un punteggio medio del 67% sul 100%, su Metacritic ha invece ottenuto un voto di 61 su 100 mentre su Imdb il pubblico lo ha votato con 6.6 su 10
Nureyev - The White Crow
2019 - Eagle Pictures
Contiene 2 Ore e 7 Minuti di contenuti su 1 Disco.
Nureyev - The White Crow
2019 - Eagle Pictures
Contiene 2 Ore e 7 Minuti di contenuti su 1 Disco.
Ecco come è morto Rudolf Nureyev, celebre danzatore russo naturalizzato austriaco del XX secolo, all'età di cinquantaquattro anni.
La recensione di Nureyev - The White Crow di Ralph Fiennes: un omaggio all'uomo che rivoluzionò la danza classica maschile.
The White Crow è il film diretto da Ralph Fiennes che racconta la storia di Rudolf Nureyev e online è stato condiviso il primo trailer.
L'attore porterà sul grande schermo la storia dell'icona della musica classica.