La facciata del Museo Barberini dipinta di viola, e le urla dei fan in trepidante attesa. Appuntamento alle 18, l'aria di Roma, decisamente calda, va poco a poco a stiepidirsi, regalando quel tipico clima primaverile che rende inconfondibile la Città Eterna. C'è da dire che noi, in zona, ci aggiriamo fin dal mattino: diverse interviste, una live pomeridiana e il nostro sguardo attento su come il red carpet via via prende vita. Sarà poi la luce a giocare d'anticipo, miscelando l'ocra con l'azzurro del cielo. Una sorta di scenografia naturale, che solo Roma può offrire. Sospesi, e affacciati sulla terrazza del Cinema Barberini, scrutiamo la folla accalcata in strada. Diverse centinaia di persone a ridosso delle transenne, quasi a bloccare l'uscita della metropolitana.
È l'ora di punta, il traffico, però, è insolitamente sornione, quasi complice di quello che potrebbe essere l'evento cinematografico cardine di questa bollente primavera romana. A proposito, non c'è dubbio che Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino, giochi proprio su un concetto incandescente: un triangolo portato all'esasperazione, e consumato in una competizione sportiva che sfrutta il tennis come metro narrativo. Lo stesso triangolo protagonista sul red carpet della première italiana del film: Zendaya, in uno splendido total white, e poi Josh O'Connor e Mike Faist. Va da sé, che tra flash, palline da tennis (da autografare), e interviste lungo la quadrata press line, sono loro a catalizzare l'attenzione, tanto della stampa quanto dei fan.
Sul red carpet di Challengers
"Penso che lo sport prenda i drammi della vita, li comprima e li esalti. In uno sport si alternano diverse fasi della vita", ci dice Rachel O'Connor, produttrice di Challengers, la prima ad arrivare sul red carpet. Tra gli ospiti - sbucano qua e là Gabriele Muccino, Valentina Romani, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto - anche Ghali che, gentilissimo, si ferma per qualche battuta con Movieplayer.it: "Adoro l'interpretazione che da Guadagino alle cose. Cura i dettagli, i tempi. Tra l'altro sono un grande appassionato di cinema: quando scrivo provo ad immaginarmi sempre un'immagine". Se Mike Faist ci dice quanto "gli essermi umani cerchino sempre di mettere in relazione più cose rispetto al cinema", Josh O'Connor, fresco di nomination ai David di Donatello per La Chimera, spiega che "I personaggi di Luca non sono semplici, sono ricchi di contraddizioni, e poi sono complicati nelle relazioni, nelle idee. Ecco, come attori vogliamo trovare personaggi come questi".
Come detto, Challengers, al cinema dal 24 aprile, ha per sfondo un match di tennis dell'ATP Challenger Tour: Josh O'Connor e Mike Faist interpretano rispettivamente Patrick e Art, due ex amici che, anni prima, avevano sedotto Tashi Duncan, con il volto di Zendaya, promessa del tennis bloccata da un infortunio. La ritroveremo allenatrice, e sposata nientemeno che con Art. Dopo una serie di vittorie, Tashi decide di iscrivere suo marito ad un torneo dove finirà per scontrarsi con Patrick. A scrivere il film Justin Kurtizkes, con la fotografia firmata da Saymobhu Mukdeeprom e con le musiche originali di Trent Reznor e Atticus Ross.
Metti una sera con Zendaya
Se Luca Guadagnino, sul red carpet, sbuca solo alla fine, per la canonica foto di gruppo, sarà Zendaya il centro assoluto della première romana di Challengers: tutti lì assiepati, stretti per una battuta, da condividere poi sui social (a tal proposito, fatevi un giro sul nostro profilo Instagram, trovate reel e stories della première).
Location esclusiva, dunque, presenze decisamente importanti (Zendaya in questo momento è la star per eccellenza) che, in qualche modo, avvicinano Hollywood con Roma: una connessione presente dal punto di vista produttivo (basti pensare ai recenti blockbuster girati nella Capitale) ma ancora non totalmente strutturata per quanto riguarda le anteprime e le première internazionali: campanilismi a parte, un panorama come quello di Roma non ha nulla da invidiare a Parigi o Londra. Ecco, sarebbe bello che serate come quella di Challengers possano essere delle certezze e non delle eccezioni.