Zelig è la nostra fucina di talenti della comicità moderna e quindi prova a continuare ad aggiornarsi sempre. Gli stand-up comedian che sono saliti sul famoso palco Mediaset spesso hanno raggiunto la fama nazionale, per poi sbarcare anche al cinema e nella serialità (pensiamo ad Ale e Franz o Ficarra e Picone, per dirne due, anzi quattro). Esiste da qualche anno anche una succursale, lo Zelig Lab, che proprio come un laboratorio, vuole provare a scovare una nuova generazione di artisti della risata. Come? In tre semplici mosse.
1. Il conduttore
A fare da presentare e moderatore della risata in questa nuova stagione c'è Davide Paniate, pronto a trovare i comici di domani tra quelli che si esibiscono sul palco, testando le reazioni del pubblico ma anche commentando, interagendo ed interrompendo per aiutare il botta e risposta di cui spesso questi giovani talenti hanno bisogno per poter emergere e far vedere la propria peculiarità. Come lui stesso si definisce, "una sorta di Claudio Bisio dei poveri" ordinato su Wish. Con lui, l'integerrimo notaio che verifica pedissequamente, prendendosi però anche molto in giro, il rendimento degli stand-up comedian sotto pressione. Inoltre, per rendere tutto un po' più pepato, quest'ultimo ha ideato il FantaZelig, sempre per strizzare l'occhio all'attualità e al celebre FantaSanremo nato a sua volta dal FantaCalcio. La ciliegina sulla torta? I punti extra dati dalla corruzione del notaio, chiamati "Bonus Mani Pulite".
2. Risate 3.0
Vecchi e nuovi volti si susseguono sul palco di Zelig Lab, e questo aiuta a diversificare le 20 puntate previste, di mezz'ora ciascuna, disponibili ogni martedì in anteprima gratuita in streaming su Mediaset Infinity e poi in onda il venerdì in seconda serata su Italia1. C'è chi parla e basta, chi canta e balla, e chi si fa accompagnare dal dolce suono della chitarra o da una beatbox più ritmata. Le risate da suscitare nel pubblico sono quelle 3.0 (o forse 4.0) del 2024 e quindi bisogna stare attenti su chi si prende in giro e allo stesso tempo essere satirici e un po' cattivelli sull'attualità. C'è chi, da nero, come Assane Diop (proprio così, il nome d'arte di un certo alter ego di Arsenio Lupin) può fare auto-ironia sul razzismo in Italia. Chi racconta com'è essere mamma oggi, senza un supporto sempre presente e costante, che l'ha costretta ad allontanarsi momentaneamente dal palco di Zelig e ora la vede ritornare con molto nuovo materiale proprio per l'esperienza vissuta. E altre chicche che non stiamo qui a svelarvi per non rovinarvi la sorpresa.
3. Il disturbatore
Non poteva mancare l'elemento di disturbo, ricorrente e straniante, sul palcoscenico e all'interno di Zelig Lab. Ovvero Virgigno, occhio spalancato e attonito, tono apparentemente impassibile alla risata, che snocciola una serie di non-verità a Davide e al pubblico in sala, causando risate involontarie e la perplessità tanto del notaio quanto del conduttore; allo stesso tempo, di intervento in intervento, non si può inevitabilmente non affezionarsi alla sua assurda e surreale follia comica. Un altro specchio dei tempi che corrono, dove la comicità non-sense e ibridata (ad esempio da un accompagnamento musicale) la fa sempre più da padrona contro quella più "classica" e impostata.
Zelig Lab, come molti programmi girati e registrati in teatro con il pubblico dal vivo, è quasi una meta-comicità che fa un doppio test, contando anche gli spettatori a casa o che guardano la puntata sullo smartphone mentre sono in giro - del resto, su Mediaset Infinity i fan possono trovare anche le storiche puntate dell'originale Zelig. Questo aspetto vale ancora di più in questo caso perché si tratta del celebre Teatro di Viale Monza, dove tutto è iniziato e dove il cerchio continua a chiudersi e riaprirsi. Sempre all'insegna della risata, anche 3.0 o 4.0 che dir si voglia.