In un certa misura, Yu Yu Hakusho è il motivo per cui oggi Yoshihiro Togashi ha un rapporto completamente disfunzionale con il lavoro di mangaka. L'autore di Hunter X Hunter non riesce a scrivere e disegnare come un tempo per gravi problemi alla schiena dovuti a una certa abnegazione alla sua arte, la stessa che lo ha condotto verso uno stile di vita non proprio salutare, con poche ore di sonno per notte e la necessità di rispettare le tassative e martellanti scadenze dell'editore. Una situazione che, sulla lunga distanza, ha portato Hunter X Hunter a uno stop di tre anni (poi terminato pochi mesi fa con l'uscita di un paio di nuovi capitoli) e nel 1994 alla definitiva chiusura di Yu Yu Hakusho per diretto volere del suo autore, che proprio in quel periodo cominciò a notare i primi sintomi di affaticamento fisico e mentale tra stress e dolori.
A nulla valsero le richieste dell'editore: Togashi era già intenzionato a concludere Yu degli Spettri (titolo italiano) già nel 1993, ma continuò solo per dare una quadra totale al racconto - per altro molto sbrigativa. Negli anni della nascita degli shonen più lunghi di sempre, è proprio per questi motivi che il mangaka decise di chiudere Yu Yu al numero 19, appena dopo l'apice del suo successo con la splendida saga di Sensui. La fine anticipata non ha impedito all'opera di assurgere a cult generazionale anni '90, poi ri-letto e recuperato nel tempo dai millennial più tardivi e ancora oggi dalla popolazione Gen Z. Non a caso Netflix ha deciso di trasporre Yu Yu in una serie live-action, che arriva dopo il successo internazionale di One Piece ma anche dopo il pessimo risultato di Cowboy BeBop, terzo progetto manga-to-series del colosso dello streaming pronto a dimostrare la validità sul mercato di questi prodotti. Ma cosa dobbiamo aspettarci, concretamente, da Yu Yu Hakusho?
Identità orientale
Il manga di Togashi è tra i primogeniti più importanti degli shonen anni '90 e ha ricevuto una trasposizione animata completa, anch'essa terminata nel 1994. Come tutti gli shonen del tempo, prendendo anche in considerazione Slam Dunk, Yu Yu Hakusho fu inizialmente ideato come mix tra commedia scolastica e mondo dell'occulto, dando però estremo risalto alle dinamiche più slapstick e adolescenziali tra liceo e teppisti. Le tematiche andavano per la maggiore, all'epoca, e proprio in questi ultimi anni stiamo in realtà assistendo al ritorno in auge di questo filone con titoli come Tokyo Revengers o Wind Breaker, pure se molto meno dedicati al lato divertito e istrionico dei protagonisti e più votati alla struttura dei combattimenti. Questo per dire che l'adattamento live-action di Yu Yu arriva in un momento davvero propizio, con un mercato estremamente ricettivo anche tra i neofiti occidentali dell'opera, che anzi potrebbero essere persino più incuriositi dalla serie rispetto ai fan di lungo corso. Quello che traspare dal primo teaser trailer di Yu Yu Hakusho è comunque una chiara e ferma identità orientale della trasposizione, più precisamente nipponica.
A differenza di One Piece, che unisce sensibilità e necessità occidentali a un'opera d'estrazione orientale, quella di Yu Yu appare un'operazione live-action tipicamente giapponese, con i suoi vezzi stilistici e il suo modo d'interpretare questo genere di adattamenti. Set pieces, effetti speciali (quello di Toguro Piccolo è preoccupante) e costumi vengono da quel mondo, tra fedeltà maniacale e involontario cosplaying, ma l'egida Netflix e il sostanzioso investimento alle spalle potrebbero fare la differenza e regalarci qualcosa di molto più vicino alla saga di Rorouni Kenshin che un disastro accostabile ai film di Full Metal Alchemist o al recente I Cavalieri dello Zodiaco. In fondo di esempi di questo tipo, per ora, ne abbiamo due, che sono appunto One Piece e Cowboy BeBop, e anzi Yu Yu Hakusho è qualcosa di diverso, essendo di pura razza nipponica sotto ogni punto di vista.
Yu Yu Hakusho: Netflix annuncia la serie live action di Yu degli spettri
Chi, dove e perché
Entrando più nel dettaglio, la prima stagione della serie live-action conterà appena tre episodi. Non è chiaro se l'idea è quella di seguire il modello britannico con pochi episodi molto lunghi (1 ora, 1 ora e 15 minuti) o gestire in modo differente la trasposizione narrativa del manga, puntando a una sintesi esaustiva delle prime battute dell'opera per velocizzare il racconto ed entrare rapidamente nel vivo della storia. Quale che sia l'opzione, il trailer rivela la presenza di Toguro in questi primi episodi, il che significa che arriveranno almeno all'incipit della Saga del Torneo della Arti Marziali Nere, che è poi uno dei tre archi narrativi più importanti del fumetto. È probabile che la stagione non toccherà l'inizio del Torneo per fermarsi al salvataggio di Yukina e la prima e falsa sconfitta dei fratelli Toguro. Ma già così, tra l'introduzione di Yusuke Urameshi e dei suoi amici e la Saga delle Quattro Venerabili Bestie, tre episodi non ci sembrano abbastanza per contenere tutto questo. Ciò detto, è da notare la presenza dello stesso Togashi alla co-sceneggiatura di un episodio (probabilmente il primo), il che ci rende speranzosi nel giusto modello traspositivo del prodotto al netto di probabili - se non sicuri - cambiamenti.
A scrivere per intero l'opera è invece Tatsuro Mishima, già penna dell'adattamento live-action di Zombie 100. A tranquillizzarci ulteriormente sull'eventuale e auspicata bontà della trasposizione è però il nome Kaata Sakamoto, già produttore di ottime e amatissime serie Netflix quali Il regista nudo, Alice in Borderland e Devilman: Crybaby. Bisogna soltanto accettare il pensiero traspositivo nipponico dietro al progetto, che in verità potrebbe anche regalare molte più sorprese del dovuto in termini d'efficacia visiva, soprattutto considerando la recente evoluzione cinematografica giapponese in chiave mainstream. La risposte le avremo comunque il 14 dicembre, quando Yu Yu Hakusho approderà in piattaforma.