Chi scrive segue The Big Bang Theory sin dal suo debutto, datato dieci anni fa, ed ha sempre seguito con piacere le vicissitudini dell'adorabile gruppo di nerd che ne è protagonista. Anche nelle ultime stagioni, che hanno evidenziato una inevitabile stanchezza narrativa ed una deriva a tratti macchiettistica dei protagonisti: d'altra parte dieci anni, undici ormai e con un dodicesimo già confermato, sono tanti per una sit-com ed il pericolo di ripetersi e trascinarsi è inevitabile. E lo ha confermato la premiere della nuova stagione, che alterna discreti momenti, dovuti per lo più alla star Jim Parsons, ad altri molto meno riusciti.
Non è un mistero, infatti, che sia l'interprete di Sheldon Cooper il vero catalizzatore dell'umorismo di The Big Bang Theory. Lo sanno gli spettatori e lo sanno bene anche gli autori, che hanno pensato bene di sfruttarlo ulteriormente, mettendo in cantiere un progetto che ci è parso poco sensato (dal punto di vista narrativo, per quanto ne capiamo benissimo le potenzialità commerciali) sin dal suo annuncio: uno spin-off sul giovane Sheldon, Young Sheldon, un tuffo nel passato del personaggio per mostrarci i primi passi di una figura complessa, problematica ed ai limiti del surreale. Un personaggio che funziona, ancora oggi, in virtù dell'adorabile insopportabilità che gli ha saputo infondere Parsons.
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I turbamenti del giovane Sheldon
Anche quest'ultimo dettaglio è noto alla produzione, che si è assicurata i servigi di Parsons anche per assicurare una continuità a Young Sheldon, affidando al protagonista di The Big Bang Theory la voce narrante della nuova produzione che è ambientata nel 1989, quando il futuro fisico teoretico aveva solo nove anni. Il giovane Sheldon è ovviamente un bambino geniale, in procinto di fare un salto di alcuni anni a scuola e passare direttamente alle superiori, passando dalla scuola della sorella gemella Missy a quella del fratello maggiore George jr, con ovvia disperazione di quest'ultimo. Il ragazzino non è però l'unico ad avere difficoltà a trattare con il geniale bambino, che ama vestire di tutto punto e con tanto di cravattino, visto che lo stesso padre, George senior, non sa come prenderlo e la religiosa madre Mary Cooper si affida alla preghiera per tenere unita la famiglia e proteggere un figlio che sa essere problematico... ma destinato a grandi cose.
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Allontanarsi dal passato
Se lo spunto è di rara furbizia, non si può dire che in casa CBS non abbiano creduto ed investito nel progetto, visto che alla guida degli showrunner Chuck Lorre e Steven Molaro, già responsabili della serie madre, hanno affiancato una mano sicura come quella di Jon Favreau per la regia del pilot. Hanno inoltre fatto un passo importante dal punto di vista della costruzione dello show, passando da tradizionalissima serie single camera, con impostazione teatrale e anacronistiche risate registrate, ad una serie multi camera, che offre maggior libertà e (potenziale) modernità al nuovo progetto. E va detto che, a dispetto delle nostra scarse aspettative, il risultato è migliore del previsto, ammantato in un tono fresco che riesce a strappare più di un sorriso.
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Benvenuti in casa Cooper
Restano, però, diversi dubbi. Se da una parte ci sembra riuscito il lavoro di casting, con menzione speciale per Zoe Perry nel ruolo della madre di Sheldon (tra l'altro l'attrice è la vera figlia di Laurie Metcalf, che interpreta lo stesso personaggio, più anziano, in The Big Bang Theory), e sembra funzionare la costruzione di una famiglia che rischia di essere disfunzionale a causa di un figlio genio, dall'altra non possiamo non scorgere delle incongruenze rispetto a quanto sappiamo dalla serie madre: l'incapacità sociale di Sheldon è qualcosa di presente, e consolidato, all'inizio di The Big Bang Theory, vedere lo stesso personaggio in versione giovane affrontare (e presumibilmente superare) le medesime difficoltà è strano e poco coerente con quanto già sappiamo del personaggio.
È però una perplessità da vecchio spettatore della serie, che non ha influito sull'attenzione per lo show da parte del pubblico americano, che ha premiato la serie con diciassette milioni di spettatori ed il miglior debutto di una comedy negli ultimi anni, dall'esordio di 2 Broke Girls. Sarà da valutare la tenuta sulla lunga distanza, ma l'avvio è promettente.
Movieplayer.it
3.0/5