Non possiamo non sorridere scrivendo la recensione di Young Rock, la nuova comedy dal 13 gennaio su Sky Serie, con tutti gli 11 episodi subito disponibili on demand, e in streaming su NOW. Questo perché si tratta di una serie incentrata su Dwayne "The Rock" Johnson, prima wrestler poi star del cinema, famoso per la sua gentilezza e generosità oltre che per i suoi muscoli. Uno sguardo onesto e appassionante sulla sua crescita e sul percorso che lo ha portato a diventare una delle celebrità più influenti al mondo.
Gioventù canaglia
Young Rock nasce da un'idea dello stesso Rock insieme a Nahnatchka Khan e Jeff Chiang. Khan aveva già portato in tv Non fidarti della str**** dell'interno 23 e Fresh Off the Boat, quest'ultima una family comedy che raccontava l'infanzia di Eddie Huang negli anni '90, ovviamente romanzata e rivisitata e che per questo aveva ricevuto anche delle critiche. Questa volta invece è coinvolto The Rock in persona fin dall'inizio del progetto, fungendo da narratore del futuro insieme a un ritrovato Randall Park da Fresh Off the Boat. Entrambi interpretano una versione sopra le righe di se stessi: nel 2032, Dwayne Johnson, candidato alla presidenza degli Stati Uniti d'America, riflette sulla sua giovinezza, raccontando i momenti che lo hanno formato e ricordando le persone più importanti della sua vita a Randall Park - ex attore come ci tiene più volte a rimarcare ora reinventatosi giornalista. Il gioco meta-televisivo, con tanto di strizzate d'occhio in camera, è quindi dietro l'angolo, e rappresenta un fattore aggiunto in questo show-nello-show, che è una sorta di finto documentario con Johnson intervistato in prima persona da Park.
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Quattro piani di comicità
Nello spirito di altre comedy simili divise tra passato e presente/futuro, qui abbiamo addirittura tre linee temporali da seguire nel passato, perché si è scelto di esplorare tre momenti importanti della giovinezza di Johnson. Un piccolo The Rock a 10 anni, interpretato da Adrian Groulx, ancora ingenuo e pieno di speranze sul mondo là fuori; Johnson a 15 anni, interpretato da Bradley Constant, che tutti credono sia un agente infiltrato perché è già molto sviluppato e ha addirittura i baffi; e infine Johnson a 18-20 anni, interpretato da Uli Latukefu, quando all'università si fece notare subito in palestra e negli spogliatoi per la propria prestanza fisica... quasi raccomandato dal padre, Rocky Johnson, celebre wrestler, col volto e i muscoli di Joseph Lee Anderson. I quattro piani narrativi - compreso il presente/futuro - saltano continuamente dall'uno all'altro, e la bravura degli sceneggiatori sta nel collegare con un tema le varie storie e i vari "progressi" che il giovane Johnson fa nel diventare adulto. Si tratta di un coming of age in fondo che gioca sulla popolarità di The Rock da un lato e sul suo sapersi prendere in giro dall'altro, senza dimenticare l'importanza per lui delle sue origini e della sua famiglia, per la quale ha cercato di fare il possibile una volta divenuto famoso (come nel pilot dove il lui adolescente compra una macchina stra-usata non solo per sé ma anche per la madre).
Tradizione samoana
Proprio come in Fresh Off the Boat, la tradizione "portata" in America dalla famiglia protagonista è importante: se lì era quella cinese-taiwanese, qui si tratta delle origini samoane dei Johnson; mentre la comicità mantiene una certa cattiveria della str**** dell'interno 23, come il cinico destino nel primo episodio dell'occupante abusivo dell'automobile usata appena comprata da Dwayne. Nell'ottica della tradizione sono molto importanti i personaggi del ramo matriarcale della famiglia: la madre Ata Johnson, interpretata da Stacey Leilua e la nonna Lia Maivia, interpretata da Ana Tuisila, prima manager donna in un mondo prettamente maschile. Dwayne deve poi fare i conti con la responsabilità di essere un futuro wrestler (ma ancora non lo sapeva, ovviamente) di terza generazione. Proprio per via dell'assetto familiare, partecipano alla storia anche alcuni wrestler professionisti realmente esistiti come André the Giant, col volto e i muscoli di Matthew Willig, The Iron Sheik (Brett Azar), Junkyard Dog (Nate Jackson) e i gemelli Sika e Afa Anoa'i soprannominati "The Wild Samoans" (interpretati da Fasitua Amosa e John Tui). Tutte personalità che hanno arricchito la formazione del protagonista e allo stesso tempo riescono ad arricchire e a creare personaggi-tipo nello show.
Conclusioni
A chiusura della nostra recensione di Young Rock possiamo dire come questa comedy coming of age raccolga bene l’eredità dei precedenti lavori di Nahnatchka Khan raccontando in modo simpatico e meta-televisivo la gioventù di The Rock, senza dimenticare la sua eredità samoana e i quattro piani temporali del racconto, arricchiti dai componenti della famiglia del protagonista.
Perché ci piace
- L’idea dei quattro piani temporali da unire con un tema e l’effetto vintage colorato che scherza di se stesso.
- I tanti aspetti del racconto comico – l’eredità samoana, l’aspetto familiare, il romanzo di formazione.
- Il carisma e l’autoironia di Dwayne Johnson.
Cosa non va
- I tanti elementi messi in atto rischiano di confondere lo spettatore meno smaliziato.